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Varanasi

Creato il 21 dicembre 2009 da Dino
Eccomi qua, la mia ultima tappa, l’ultima citta’. Ho lasciato Varanasi per ultima per vari motivi, per l’energia che ha, per la sua intensita’ spirituale e umana, per la sua grandezza e perche’ qui trovi tutta l’india. Arriviamo alle 5 del mattino, io ho passato la notte in bianco ad ascoltarmi le urla e I pianti dei bambini, il mio vicino di posto che russa e i venditori di caj che passano ogni 5 minuti.Un viaggio in treno che mi ha fatto pensare molto a quello che sto vivendo qui e a quello che mi circonda. Sono pieno di energia e adrenalina ogni giorno, dormo poco e mi vivo intensamente ogni singolo attimo, le giornate sono corte perche’ vorrei fare mille cose, parlare, ascoltare, osservare, imparare, fotografare, vivere.Sono in una citta’ immense e lo noto subito, dal primo passo fuori dal treno. Sono le 5 e la stazione e’ piena di vita e movimenti. Ci ferma subito un guidatore di riscio’ e nonostante gli avessimo detto di portarci alla Shianti guest house lui insiste a portarci alla sua guest house, dicendoci che la nostra e’ piena di topi, e’ sporca e il personale e’ maleducato. Dopo una mezz’ora di discussione passiamo altri 10 minuti a contrattare il prezzo per il trasporto, divento nervoso e e perdo la pazienza e comincio a rispondere male a tutti.Riusciamo ad arrivare al nostro posto che ha tutte le camere piene, ma in mattinata si libera una stanza e quindi decidiamo di lasciare I nostri zaini e andiamo a goderci l’alba sul Ganga. Sono molto emozionato e sento gia’ nell’aria un’energia strana, la nostra guest house si trova nel Ghat Manikarnika, e’ quello piu’ dove si bruciano I morti. Passiamo vicino ai venditori di legna, Ajli mi spiega che in base alla richezza della famiglia si compra la legna piu’ pregiata o meno e lo stesso vale per la quantita’. I piu’ ricchi ad esempio vengono bruciati con la legna del sandalo.Mi travolge un qualcosa che non so descrivere e mi rimane dentro per ore e ore, ci dirigiamo verso I ghat meno turistici, quelli dove puoi trovare la vera India. Mi allontano da Ajli e non parlo per un paio d’ore, il mio maestro capisce dal mio sguardo quello che provo e non mi chiedo nulla, mi lascia godere il mio primo incontro con questa citta’, la mia prima alba.Riesco a scattare qualche foto, sono circondato da colori bellissimi e c’e’ una luce meravigliosaTorniamo al nostro hotel e non ci muoviamo per tutto il giorno, rimaniamo sul terrazzo a parlare con molti turisti, e’ un posto molto frequentato e conosciamo persone interessanti. Io ognitanto mi alzo a guardare la quello che succeed sui tetti di questa citta’ meravigliosa. Arriva il tramonto e il cielo si riempie di acquiloni, iniziano le battaglie, bambini che urlano e tengono lo sguardo fisso sul proprio acquilone, altri che corrono per le stradine a recuperare gli acquiloni dei sconfitti.Vado a nanna con il sorriso senza sentire molto la stanchezza nonostante fossi sveglio da 24 ore.Varanasi voglio fotografare I tuoi colori e riempirmi della tua energia.
VARANASIVARANASI part 2Sono molto curioso di vedere tutto di questa citta’ e mi sveglio presto, Ajli mi guda per il labirinto, lui si sente come a casa, ha passato qui 1 mese e molta gente lo saluta. Ci fermiamo a fare colazione in un posto molto carino con una colazione ottima. Toast al formaggio con omlette alla cipolla, ciotola enorme con musli, yoghurt, miele e frutta fresca, torta di mele e caj. Wow , la miglior colazione fino ad ora. Caminiamo fino all’utlimo ghat e torniamo indietro con il sole alle spalle. Ogni cinque passi qualcuno ci propone il giro in barca o un massaggio, qualcuno chiede cibo e I bimbi biscotti o 10 rupie. Ci fermiamo a fumare una sigaretta su dei scallini e incontriamo Germa, il fotografo colombiano, che e’ super felice di vederci e ci abbraccia. Restiamo a parlare con lui e ci circondano dei bambini, io ovviamente comincio a giocare con loro e mi invento la giostra umana. I bambini si agrappano al mio avanbraccio e io ruoto su me stesso, ad un certo punto me ne ritrovo 3 per braccio, mi diverto un sacco, I miei due amici continuano a ridere e alla fine mi ringraziano per quello che hanno visto. Nei prossimi giorni voglio portarmi il naso rosso.German ci segue fino alla guest house e mi chiede di vedere alcune mie foto, le guardiamo e gli parlo di ogni singolo scatto. Mi fa dei bellissimi commenti che mi fanno stare bene e poi mi chiede qualche consiglio o trucco, Ajli mi lascia parlare e alla fine mi dice che sono un buon studente. Sono molto felice per le mie foto, non sto fotografando I paesaggi o I monumenti, sto fotografando la vita, le persone, gli occhi e le mani di questo popolo affascinante.
Why not!?
Mr.D

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