Alla base della lite mortale pare la mancata restituzione di un piccolo prestito. Sarebbe questo il movente dell’omicidio di Vincenzo Cirillo. A chiarire il movente, Antonio Bulzomì di 24 anni, che si è costituito ai Carabinieri. Bulzomì è stato interrogato dal sostituto procuratore della Repubblica di Palmi, Gianluca Gelso, che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri della Compagnia di Taurianova.
Cirillo e Bulzomì, il primo con precedenti per rapina e l’altro noto alle forze dell’ordine per resistenza a pubblico ufficiale, erano amici da tempo ma già in mattinata avevano avuto una prima discussione molto accesa. Secondo quanto emerso dall’interrogatorio, Bulzomì sollecitava alla vittima la restituzione di una somma di denaro che gli aveva dato in prestito. A distanza di qualche ora dal primo confronto, che sembrava fosse finito senza particolari conseguenze, i due si sono incontrati di nuovo all’interno di un bar dove hanno ripreso a litigare. Usciti dall’esercizio hanno avuto una colluttazione nel corso della quale Bulzomì sarebbe riuscito ad afferrare la pistola che Cirillo aveva con sé, sparando diversi colpi contro il rivale andati tutti a segno.