E’ stata presentata oggi la “Carta delle Politiche Giovanili” nella sede dell’InformaGiovani di Varese. Il documento nasce come sintesi del lavoro da parte dei partner del Piano Territoriale per le Politiche Giovanili dei distretti di Varese, Saronno e Luino.
Da sinistra, Stefano Leffi, Valeria La Paglia ed Elena Emilitri (facebook.com/informagiovani.varese)
La promozione di percorsi di socializzazione e aggregazione e lo sviluppo di iniziative nell’ambito della creatività giovanile, che avevano come intento quello di realizzare e creare iniziative culturali rivolte ai ragazzi. Questa idea iniziale ha così portato al raggiungimento di una finalità di “sistema”: la creazione di una consulta giovanile sovra distrettuale composta dalla cittadinanza attiva e dalle associazioni locali. Ad essa si è affiancato un tavolo composto da giovani amministratori della provincia di Varese che, una volta ricevute tutte le proposte dei ragazzi, li hanno portato da un lato a prendersi carico delle istanze dei giovani e dall’altro di redigere, nel documento finale, una serie di principi e di strumenti condivisibili dalle due parti.
Durante la presentazione sono intervenuti Elena Emilitri, referente del Comune di Varese, Valeria La Paglia, per la Regione Lombardia, e Stefano Laffi, scrittore ed appartenente all’agenzia “Codici Ricerche”, che insieme a tutte le cooperative coinvolte ha effettuato lo studio. La Carta contiene quindi i principi ispiratori delle Politiche Giovanili individuati attraverso un percorso con i giovani amministratori. In essa si delineano le priorità, gli obiettivi auspicabili, le forme praticabili di collaborazione fra istituzioni e giovani cittadini, fra amministratori e gruppi o associazioni, raccontate grazie alle testimonianze di alcuni sindaci, assessori, referenti e giovani delle provincia di Varese.
“In Lombardia – spiega Valeria La Paglia, della Regione Lombardia – sono stati attivati 26 patti territoriali, che hanno coinvolto quasi la totalità dei comuni lombardi (ndr 1300 circa). L’idea, sin da subito, è stata quella di confrontarsi sui progetti e stanziare le risorse necessarie. E’ stato sorprendente il numero di enti territoriali che hanno contribuito alla realizzazione di questo disegno. Infatti ci hanno aiutato in questo, le tante università presenti nella nostra regione, le province, le Camere di Commercio, ma soprattutto le associazioni ed i tanti soggetti attivi.”
Particolarmente interessante, durante la presentazione, è stata la spiegazione dei contenuti dello studio effettuato per elaborare la Carta. A partire da alcuni principi fondamentali decisi dai giovani amministratori si è passati in rassegna ad altri aspetti più sociologici. Sono questi i principi fondamentali: onestà, trasparenza, responsabilità e decisione a maggioranza, solidarietà, con la “celebrazione” delle diversità, partecipazione, fiducia, diritto alla verità e sussidiarietà. A questo si sono affiancati due macrotematiche: “Come i giovani vedono il mondo?” e “Come gli adulti vedono i giovani?”.
(facebook.com/informagiovani.varese)
“Come i giovani vedono il mondo?” Sono stati intervistati decine di ragazzi e di ragazze, under 30, che hanno risposte ad alcune domande redatte appositamente per loro. La raccolta di “voci” presenti nella Carta nasce dall’intento di “dare evidenza”, “documentare”, “istruire un pensiero informato” sulle politiche giovanili, accrescendo la consapevolezza di tutti coloro che si trovano ad occuparsene. Il quadro che ne esce è eterogeneo, ma la prima impressione è quella che i giovani sono impegnati su più fronti, al punto che nessuno degli intervistati è definibile solo come studente o lavoratore. Il cambiamento e la sperimentazione personale in più campi rappresentano certamente qualcosa che li distingue dai loro genitori: infatti, l’impegno e l’energia di questa generazione di giovani si muove diversamente da chi li ha preceduti, non in modo intensivo lungo una sola strada, ma provandone di diverse, rendendo reversibili le scelte, mettendo sullo stesso piano richieste del mercato del lavoro e passioni personali. L’altro tratto comune di queste interviste è la ricorrenza del fattore passionale nelle scelte, come l’impegno politico o civile, la musica o un’altra forma di espressione artistica o un mestiere di artigianato. Un altro aspetto portante riscontrato è il fortissimo legame che i giovani nutrono con il proprio territorio: sono sia la natura, che fonda legami con la terra di origine, ma anche gli affetti, ovvero la famiglia e gli amici con cui si è cresciuti. Proprio per l’esperienza di viaggio, con periodi lunghi fuori casa per ragioni di studio e di lavoro, i giovani sono portati a rinforzare questo legame. Unanime le peculiarità critiche come la mentalità, gli stereotipi, i pregiudizi, l’incuria verso il patrimonio naturale o artistico, o la burocrazia, che rappresentano l’aspetto dolente del territorio di appartenenza ed in qualche caso la mancanza di opportunità lavorativa.
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I giovani, inoltre, avanzano delle richieste al “mondo degli adulti” a partire dall’avere maggiori spazi, dalla cura dei luoghi di cultura, dalla valorizzazione del patrimonio locale, fino ad un sistema di trasporti adeguato o ad organizzare iniziative per la crescita del senso civico della popolazione, incentivando forme di dialogo tra istituzioni e cittadini. Più polarizzato poi è il punto di vista sulle forme di partecipazione come l’uso del web e dei social network e l’organizzazione di assemblee o manifestazioni pubbliche. I giovani di oggi, infine, cercano responsabilità, sfide vere ed autonomia.
“Come gli adulti vedono i giovani?” La prima questione importante, nelle interviste effettuati agli adulti, è quella degli spazi: spazi dedicati, spazi aperti, spazi che possano essere gestiti con una certa autonomia in contrapposizione ad alcuni spazi tradizionali che vengono percepiti “chiusi”, come la scuola. A seguire poi c’è il tema della cittadinanza attiva, cioè quello di avvicinare i giovani alle istituzioni per creare opportunità concrete, una coscienza sociale e prepararli al futuro passaggio di testimone. Particolare interesse è la preoccupazione degli adulti, specie per gli educatori, nel chiedersi “come stanno” i giovani? Questi sentono l’esigenza di aiutare i ragazzi per farli stare insieme, sostenerli ed accettare che siano diversi dagli adulti stessi. Loro poi vogliono essere figure di accompagnamento alla crescita dei giovani, dedicandogli il loro tempo, cercando di coinvolgerli, spiegandogli le fatiche per raggiungere certi traguardi. Le richieste dei giovani agli adulti sono quelle di essere ascoltati ed accettati come persone, di essere orientati e di avere un sostegno per il futuro.
A seguire sono state presentate le varie attività del pomeriggio attraverso la “modellizzazione delle buone prassi” tra i giovani e gli adulti. La Carta spiega così cosa voglia dire fare politiche giovanili oggi e propone una serie di attività che, condividendo questa visione, possono dare spazio e voce ai giovani. Si parla di comunicazione tradizionale e web, di creazione di video, e di tantissime altre consulenze, o “speed speech”, che i referenti di alcune associazioni e non, hanno messo a disposizione per tutti i partecipanti.
Una volta terminata questa fase, infine, e prima della riunione conclusiva, ci sono stati 3 workshop di confronto dedicati alle proposte nate proprio dalla consulta giovanile sovra distrettuale, i cui temi sono stati: la creazione dello sportello unico, la creazione del portale on-line e la creazione di spazi di democrazia diretta.
Il prossimo appuntamento, ora, è legato alla progettazione delle attività per l’anno prossimo. Nei primi giorni di maggio, infatti, Regione Lombardia inviterà tutti i referenti ed i soggetti coinvolti nell’organizzazione di questo lungo progetto a Milano.
Ecco la Carta delle Politiche Giovanili.