A volte le sensazioni colgono nel giusto, come come con Varoufakis che già un mese e mezzo fa era apparso come la spina dorsale del governo greco a confronto del ventre molle di Tsipras, come in questo post del 3 maggio scorso
Tra Italicum ed Expo, tra opzione oligarchica e “circences” straccione che simula anche il panem, rischia di passare in secondo piano un evento politico che è invece di prima grandezza: il commissariamento di Varoufakis e la sua sostituzione nella squadra dei negoziatori greci con un personaggio più malleabile. Si tratta come è del tutto evidente, nonostante i ridicoli contorcimenti per negarlo, di un cedimento alla troika europea che aveva accusato il ministro di Atene di essere un “dilettante” parola con quale il potere finanziario bolla chi non è d’accordo. Poco importa che Varoufakis sia un noto economista mentre il suo dileggiatore euroepo, Dijsselbloem sia un incompetente e un bugiardo, un piccolo travet del massacro sociale che ha persino mentito inventando un master di economia che non ha mai preso (vedi qui).
Il fatto è che mentre fino a qualche settimana fa Tsipras era ritenuto il leader politico e Varoufakis una specie di super…