Anna stava nel posto più rilassante del mondo: il cesso di casa propria.
Al di là del vetro zigrinato della finestra infuriava un temporale con tutti i crismi. Raffiche, tuoni, lampi, scrosci; l'orchestra al gran completo s'impegnava a fondo.
Anna si avvicinò ancor di più al termosifone e voltò pagina. Non ci poteva credere: quello stronzo di Lucrezio Arrighi stava per baciare Loretta.
Loretta doveva, DOVEVA, rifiutarsi, e poi punire quel poco di buono con una cinquina a mano aperta degna d'un wrestler. Loretta era di Gianni e Gianni soltanto. Anna smise di leggere e poi sospirò, pensando che fighi del genere dai riccioli d'oro e il cuore tenero esistono solo nei romanzi.
Il calore al basso ventre diventò invitante in un baleno. Ma quando Anna alzò gli occhi in cerca di fantasie stimolanti vide quella cosa zampettare nella vasca...il suo cuore prese un vuoto d'aria, Guardami ancora finì nel bidet e un fiotto d'urina carico di spavento sfidò le leggi della fisica e bagnò lo zerbino rosa di casa Gulpreti con uno spruzzo vergognoso.