Anche se ne hanno parlato praticamente tutti, questa cosa deve avere più risonanza possibile e quindi qualche insulto ce lo tiro anche io. Vasco Rossi e i suoi avvocati hanno fatto causa a Nonciclopedia, il geniale sito parodia di Wikipedia che prende per culo tutto e tutti.
Ora, chi glielo spiega a questo vecchio rincoglionito di Vasco che le cagate satiriche scritte su quelle pagine non sono diffamatorie perchè in nessun modo Nonciclopedia cerca di far passare le sue fottutissime genialate per vere? Che quel sito nasce proprio con l’intento di dire minchiate e far ridere il popolo del web?
E poi Vasco faceva tutto il tipo alternativo che usava i social network, con quegli status polemici da demente balordo facendo la guerra delle rockstar cacatare con Ligabue: ma andasse a zappare la terra! Non ha la minima idea di quello che ha combinato, perché ha sottovalutato l’enorme ritorno di immagine negativo che avrà rompendo le palle alla rete, cercando di censurare cose assolutamente ironiche: basta dare un’occhiata ai commenti su nonciclopedia, agli insulti su facebook e twitter e alla diffusione velocissima della notizia sulle testate giornalistiche. Questi cretini come Vasco (tra cui anche i politici) non hanno ancora capito che la censura sul web è un’arma a doppio taglio, poveri idioti.
Vasco, già mi facevi cagare prima: ora sei proprio la diarrea. E censuraci sto cazzo, oltre alle tue canzoni orrende piene di eh, oh, ah, ti possiedo, quindicenne bona e cose così. Vecchio imbecille.
EDIT: ore 14.00, #vascomerda e #nonciclopedia sono rispettivamente al terzo e al sesto posto dei trend universali di twitter. Chissà cosa penseranno in giappone o in america di #vascomerda. È per questo che amo twitter e il popolo della rete.