Vaselina
di Iannozzi Giuseppe
I. Ero il tuo crimine più bello. Ero il tuo unico amore. Ero univoco. Ero il solo capace di farti stare veramente male. Ero colui che ti portava alla follia estrema, il solo che ti dava il torcibudella. Ero la canna della pistola dentro la tua bocca in fiore. Ero sempre sul punto di lasciarmi schiacciare, come il grilletto d’una verità. Ero vaselina alle tue spalle, nella tua bocca più profonda e oscura. Oggi sono odor di cordite all’aria aperta, in superficie, sotto la luce del sole.
II. A forza di guardare belle donne e carampane tutte insieme, uno alla fine finisce gay ringraziando dio che s’è sprecato di lasciargli almeno un grano di sale in testa e una goccia di miele a scivolare nel cuore – o comunque da quelle parti, forse più in basso. In futuro, avrà così l’allegro coraggio di spogliare una maschia rosa di tutti i suoi petali.
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