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Vaticano: nucleare utile per la salute e la crescita dei paesi in via di sviluppo

Creato il 28 dicembre 2010 da Pdigirolamo

Negli ultimi giorni sono piovute parecchie critiche alla “benedizione” del nucleare da parte del Vaticano. Non si tratta di una novità:già a inizio anno, dopo la distribuzione dell’opuscolo intitolato Energia per il futuro,  in cui la Chiesa dava il suo appoggio all’utilizzo del nucleare a scopi pacifici, gli antinuclearisti si erano fatti sentire.

Ma, mi chiedo, ci si è mai soffermati sui motivi del consenso cattolico all’atomo? Qualche mese fa, a margine della conferenza generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Ettore Balestrero, sottosegretario di Stato vaticano per i rapporti con gli Stati, sosteneva che il nucleare può contribuire “a una soluzione pacifica dei problemi dell’umanità”.

Diverse le ragioni: innanzitutto l’energia atomica non è utilizzata solo per la produzione di elettricità, ma anche per i rifornimenti di acqua potabile e la produzione di raccolti più resistenti e utili nei climi aridi. Ragioni non di poco conto, se si pensa alla situazione di tanti paesi in via di sviluppo.

A questo proposito, bisogna ricordare anche il grande contributo del nucleare alla diagnosi e alla cura delle malattie: “La radioterapia – ha affermato  Balestrero – è uno dei trattamenti fondamentali contro il cancro e sarebbe di grande aiuto a più del 50% dei pazienti, da sola o insieme alla chirurgia o alla chemioterapia”. Per questo il Vaticano è favorevole ai programmi dell’IAEA sul cancro e sta
premendo perché si sviluppino standard comuni sull’utilizzo della medicina nucleare.
Mi sembrano ragioni più che sufficienti per affermare che si tratta di una scelta consapevole e non, come sostengono gli antinuclearisti, una presa di posizione nella tutela di interessi personali.



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