Ora, è stata proprio una bella epifania vederli insieme sul palco del Festival di Sanremo; un palco importante che offre visibilità, indipendentemente da quel che ognuno di noi pensi - con acume critico - sulla manifestazione delle manifestazioni canore nazionalpopolari.
Ma c'è qualcosa che va ben al di là della kermesse. Si è ripetuto il felice ticket "cantautore plus rock band" che proprio la P.F.M. per prima staccò alla fine degli anni Settanta insieme a Fabrizio De André. Eccolo lì l'input al sogno. Potrebbe ripartire una storia simile? Una storia di creatività musicale di cui questa Italia musicale ha forte bisogno? Ci si augura, appunto, che questo non sia solo "un episodio". So che P.F.M. è sempre e da sempre sinonimo di "progetto": Di Cioccio, Djivas e Mussida mettono in moto la musica non per lasciarla girare a vuoto. Vecchioni - dando uno sguardo al video - si trova bene. C'è affiatamento.
Il brano, rispetto all'originale con pianoforte e orchestra, assume una fisionomia pop rock più grintosa che ben si sposa con il trasporto vocale di Vecchioni. Inoltre, alcune ciliegine sulla torta rendono la canzone ancora più accattivante: i guizzi violinistici di Fabbri, il calore dell'organo Hammond di Tagliavini, la cordata ritmica dei "gemelli" Djivas-Di Cioccio, il sound corposo della chitarra di Mussida e la forza del collettivo che si dà appuntamento al centro di un'accelerazione dal deciso trasporto emotivo (4'24"). Se questo è l'inizio...