Il cielo sopra Mantova
…e poi dimentichi per un po’ tutto l’ambaradàn della scuola. Compresi i dodici punti di Renzi (che non sono quelli che qualcuno verrebbe mettergli alla bocca per farlo stare un po’ zitto).In ogni modo, l’altroieri ho scoperto che, avendo trattato malino il mio nuovo disco esterno (mi sono dimenticata di scollegarlo prima di chiudere il computer), oggi mi dice che un file tale nella directory talaltra è danneggiato, fare il check disk, please.
Ora, il check disk lo farò subito, oggi, forse, vediamo, ma potete capire che la faccenda del #noncelapossofare si è aggravata.
Per fortuna che, come ogni settembre, ho una scappatoia mentale (e fisica) che mi consente di dimenticare che esiste qualcosa che si chiama scuola.
Una scuola dove la CapaTórta ha spostato a suo piacimento già nove insegnanti (spostato di sezione, intendo), che forse è anche a loro piacimento, ma non frequentando io il SanctaLeccorum della presidenza sono piuttosto a corto di notizie ben precise su tutto questo sommovimento, che nemmeno negli ultimi quindici anni ce n’è mai stato uno uguale.
La continuità didattica? Non pervenuta.
La Bifida Activissima: pervenuta nella settima sezione nel giro di sette anni (sì, lo ammetto, la riavrò come collegaaa!).
La Ciliegiola sta saltando di qui e di là dal tempo prolungato al tempo normale.
Marina la Maestrina (udite! udite!) ha abbandonato la sua prima media (lacrime e sangue e pianti e pirloni) ed è scivolata nella seconda media d’eccellenza (figli di prof a catinelle).
Gli altri, ‘n zo bene che sta succedendo…
Oddio, ma volevo parlare della scappatoia, mica di quelle lì.
Essa è (lo è, nevvero?) Mantova.
Che con tutti i suoi difetti,
con la diminuzione dei finanziamenti,
con gli autori sconosciuti che si fa fatica a capire che vale la pena e chi no,
con le file chilometriche davanti agli “eventi”,
con i pennarellini mantovani che ti danno soltanto se gli fai un disegno o una scritta da appendere (io l’ho fatto, volevo il pennarellino)
con le gomitate nel centro città,
con i mendicanti che ormai affollano anche lì,
con le torte che da una parte costano sette euro e dall’altra (uguali) due,
con tutto questo, io sono corsa a Mantova con la fida Jo, mi sono fatta tutti i miei bei chilometri a ottanta all’ora perché su quella strada multe a catinelle e tanto guidava lei, ho trovato un parcheggio in centro (uau), e per circa dodici intense ore ho dimenticato che esiste un mondo, fuori, dove i libri servono solo a tener su i tavoli zoppicanti dei nostri politici.