Emblematico è stato il caso Versace: attraversata una crisi nel 2009, con calo delle vendite e conti in rosso, l' ad Ferraris ha dato il via, con il consenso della biondissima Donatella, ad una vera e propria ristrutturazione finanziaria per risanare le casse della maison e porre le basi del rilancio internazionale. Tagliati i costi di qualsiasi comparto, tranne marketing e comunicazione e ufficio stile. Da qui, probabilmente, saranno partiti gli accordi per la collaborazione con H&M (che secondo rumors era stata più volte rifiutata da Donatella in tempi passati, complice il timore di svilire troppo il brand). I risultati della collaborazione sono evidenti: snobbata da molti, la collezione Versace for H&M è andata comunque sold-out, alimentando in molti nuovi consumatori il gradimento verso la Medusa.
Due cifre rendono l'idea della grande rimonta operata da Versace: i ricavi del 2011 si attestano sopra i 300 milioni di euro, mentre i conti non sono più in rosso, con un aumento netto degli utili di 8,5 milioni di euro. Gli investimenti in comunicazione si sono rivelati, quindi, vincenti, e per sopperire a strategie che potevano intaccare il brand (vedi alla voce: ho collaborato con un retailer svedese) ecco il ritorno all'alta moda, con la sfilata di Haute Couture a Parigi lo scorso Gennaio.
E fin qui tutto regolare. Ma i vantaggi per H&M invece? Al di là del sold-out per la capsule collection (che diventa quasi ovvio nel momento in cui un brand di lusso collabora con te)? Profeticamente avevo parlato del vantaggio nell'acquisire nuovi bozzetti, nel creare una sorta di database stilistico a cui attingere. Forse un'altra delle mie stupidaggini, eppure guardate qua
strane somiglianze... (via hm.com e graziadaily.co.uk)
e ditemi voi. Se non sono uguali, sono maledettamente simili. Si ecco, magari quello di Versace ha delle decorazioni sui fianchi, e quello della Conscious Collection sull'orlo e sul davanti... ma siamo lì. Il colore è quello e a questo punto penso anche il materiale (tutto da dimostrare). E così gli svedesi fanno anche forti economie di scala, visto che le materie prime sono quelle della stagione precedente. Nel frattempo il marchio aumenta le sue proposte stilistiche e le diversifica: non si fanno solo jeans qui, ma anche abiti con una certa attenzione al taglio, a costi contenuti, un look da red carpet a prezzi da mall.
Tradizionalmente, si dice che siano gli italiani i furbetti del quartierino europeo, eppure ultimamente gli svedesi sembrano di gran lunga superarli: ma d'altronde, da gente che è in grado di convincere il mondo ad arredare casa con tavolini e mobili dai nomi impronunciabili, dopo aver penato mezza giornata per montarli, non posso aspettarmi altro.
p.s. ho le prove che i due abiti siano perfettamente confondibili: quando ho caricato l'immagine mi sono accorta di aver invertito le etichette e ho dovuto correggerla con il photoshop :P