Il mare è il lento respiro del tempo.
Si allungano le ombre sulla sabbia bruna,
e mentre il giorno muore, muore anche la speranza di un ritorno.
Il mare è il ciclico ripetersi delle stagioni.
Tedioso come una giornata senza vento, ristagnano nel vuoto le lacrime di chi troppo pianse, senza aver nulla indietro.
Mare, eterna pianura senza requie, mille volte volli attraversalo, mille volte ne fui respinta.Sale e sudore, veli neri come vele s’inerpicano in alto nei cieli, a gridare il loro muto dolore.
Solo i gabbiani, osano in questi tristi momenti rompere questo silenzio eterno, e come forieri di antichi presagi, portano i loro messaggi i chi solo può comprenderli.
L’amore è steso ad asciugare come una rete al sole, ma non vi sono né barche né lampare, né braccia possenti per poterle trainare, quelle stesse braccia dolci e tenere nelle notti d’amore, che ora sono solo nei ricordi di antiche sirene.
Mare, così difficile da attraversare, così arduo da amare, mare divoratore di uomini e fabbricatore di vedove.
Laddove il sole muore, e il mare canta la sua eterna ninnananna, occhi senza più lacrime in eterna attesa fissano l’orizzonte, aspettando…aspettando, ancora.
Vedove bianche - Olio su tela