Co riva fine agosto e i dì se scuminzia a scurtar
i contadini i e in fermento parchè le ora de vendemar
le la giusta ricompensa par el lavoro svolto
finalmente el tempo de cior su el raccolto.
in te i me ricordi,dentro in te a me testa
na volta vendemar iera na gran festa
le fameie e iera grande e tutti i se iutèa
te vedea le cassette piene che sul carro le cressea.
tosatei che magnea ua coe man impetoeade
la bocca tutta nera,le gambe slappazzade
le femmene sul carro col fazzoett in testa
coe cottoe al polpaccio e sora la travessa
i omeni par terra che taia zo le zendene
parchè passe sotto el carro e no ghe intrighe ae femmene
e intant che i vendemmea i ammira el so lavoro
sti rasp picadi ae vide al sol i par de oro.
intant che pense e scrive me vien a nostalgia
de tutte quee zornade passade in allegria
quando che passando par la strada te sentìa cantar
te savea che là sul camp i iera drìo a vendemmar.
Te vede le man n’dar lore soe e pian el temp el passa
e cassette le finisse e intant el sol se sbassa
se torna verso casa però no le finìo
ghe ne la brenta granda che spetta sul cortigo.
i omeni che ha forza i scuminzia a rebaltar
le casse piene de ua che la e tutta da pestar.
le femmene e i tosatei invenze i monta dentro
pestar te spuncia i pìe ma le un divertimento
le tira su le cottoe parchè sporcarle no le voll
e se vede gambe bianche che no ha mai vist el sol.
i omeni ghe fiss’cia e lore invenze e ride
el sol le drìo sparir ma le cassette le e finide.
la nonna a vien su la porta co la caliera piena
a ciama tutti dentro parchè le pronta a zena
finida la zornada i n’dea tutti a riposar
parchè a mattina dopo se torna a scuminziar
adess le tutt cambià e se te occorre qualchedun
anca se te ha bisogno no te trova pì nessun
nessun che voll sporcarse,nessun sa pì cantar
adess le sol che fadiga andar a vendemmar.
i ha inventà anca na macchina che la fa tutt ea soea
el lavoro de na zornada adess se lo fa in mezzora
el mese de vendemma adess se lo fa in tre dì
no te fa ora scuminziar che ormai te ha za finì.
no le canta pì nessun le canzon quee de na volta
e no serve pì impararle tanto nessun le scolta
però dei vecci tempi me ricorde co nostalgia
de tutte quee cantade,de tutta quea allegria.
Vendemmia (traduzione)
Quando arriva fine agosto ed i giorni cominciano ad accorciarsi
i contadini sono in fermento perché è l’ora della vendemmia
che è la giusta ricompensa per il lavoro svolto
e finalmente è il tempo del raccolto.
Nei miei ricordi, dentro la mia testa
una volta vendemmiare era una grande festa
le famiglie erano numerose e tutti si aiutavano
e si vedevano le casse piene crescere sul carro.
Bambini che mangiavano con le mani appiccicate
la bocca tutta nera e le gambe impiastricciate,
le donne sopra il carro col fazzoletto in testa
con le gonne al polpaccio e sopra un grembiule
gli uomini a terra tagliavano i tralci
così che il carro passasse sotto senza intralci
e mentre vendemmiavano ammiravano i frutti del loro lavoro
quei grappoli appesi alle viti,al sole sembrano d’oro.
Mentre penso e scrivo mi viene la nostalgia
di quelle giornate passate in allegria
quando passando per la strada sentivi cantare
capivi che nel vigneto stavano a vendemmiare.
Vedi le mani andar da sole e piano il tempo passa
le casse sono riempite ed il sole sta tramontando
si torna verso casa però non è ancora finita
c’è la grande tinozza che aspetta sul cortile.
I maschi cominciano a rovesciare
le casse piene d’uva che è tutta da pestare.
Le donne e i bambini invece saltano dentro
e anche se punge ai piedi è un divertimento
alzano un po’ la gonna per non sporcarla
e spuntano gambe bianche che non han mai visto il sole.
I maschi adesso fischiano e loro invece ridono
il sole sta sparendo ma le casse son finite.
La nonna sulla porta con il paiolo in mano
chiama tutti dentro perché è pronta la cena
e finita la giornata andavano tutti a riposare
perché il mattino dopo si ricomincia.
Adesso è tutto cambiato e se ti serve una mano
anche se ne hai bisogno non trovi più nessuno,
nessuno che vuole sporcarsi,nessuno sa più cantare
adesso vendemmiare vuol dire far fatica.
Hanno inventato una macchina che fa tutto da sola
il lavoro di un giorno si fa in mezz’ora
il mese di vendemmia ora si fa in tre giorni
neanche il tempo di cominciare ed è già finito.
E non le canta più nessuno le canzoni di una volta
non serve più impararle tanto nessuno le sta ad ascoltare
però dei vecchi tempi mi ricordo con nostalgia
di quelle cantate e di tutta l’allegria.
Poesia candidata al Premio internazionale di poesia Piccapane