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Vendere foto on line: rifiuti (e consigli)

Creato il 29 marzo 2014 da Masedomani @ma_se_domani

Tranquilli: capita a tutti. Mi riferisco alle foto rifiutate dai principali siti di vendita delle fotografie online. E quando scrivo “Capita a tutti” non intendo offrirvi una facile consolazione: perdete un paio d’ore su qualche forum che raccoglie le esperienze degli utenti e vi renderete conto che anche i fotografi più accreditati (quelli, per intendersi, che campano con le vednite sui siti di microstock) vanno incontro all’esperienza della “immagine non accettata”.

Perchè accade? E soprattutto, c’è modo per limitare il fenomeno?

Probabilmente si, e proverò ad offrirvi qualche consiglio spassionato, ma con una doverosa premessa: se siete a caccia di “gratificazione istantanea”, abbandonate l’idea della vendita e dedicatevi a Flickr, dove più o meno ogni scatto ottiene una successione di “Bellissima!” o “Bravo!”, peraltro piuttosto fini a se stessi.

Le agenzie di microstock sono aziende, e come tali inseguono il profitto: riempire i loro database di fotografie non vendibili non avrebbe alcun senso e rappresenterebbe, al contrario, un costo diretto (spazio disco, indicizzazione, etc) ed indiretto (alla decima ricerca i cui risultati apparissero scarsi un cliente abbandonerebbe allegramente il sito…).

Prima regola inviolabile, dunque: proporre una immagine se siete convinti della sua commerciabilità. E come esserne ragionevolmente certi? Due strade (da percorrere entrambe):

- immaginatevi nei panni del cliente: Una fotografia deve incontrare le necessità di chi la ricerca. Rappresentare un concetto utilizzabile in una brochure aziendale, raccontare una per località per il sito di una agenzia turistica, essere pronta per l’utilizzo in un manuale di giardinaggio.

- verificate il potenziale della vostra immagine su http://picniche.com/. Qualsiasi risultato superiore ai 50 punti (ed esponenzialmente in crescita, ovviamente) ha qualche spicciolo di possibilità in più! Qualche esempio:

Secondo consiglio (quasi un corollario del primo): se intendete provare a vendere le vostre foto, pianificate. Si tratta quindi di ribaltare l’approccio tradizionale (“ho un sacco di foto nell’hard disk, proviamo a piazzarle”) e trasformarlo in “già che sono in giro a fotografare, qualche scatto lo immagino proprio per i siti di stock”.

Con pianificare intendo esattamente questo: se sto preparando la reflex da portare per qualche foto-ricordo al matrimonio di un amico, un giretto preventivo sui siti di stock a verificare come siano state fatte le foto-wedding più vendute ed un passaggio su PicNiche per scoprirne il potenziale può fare tutta la differenza del globo.

U esempio di foto da scattare al matrimonio di vostro cugino (e senza i volti non serve neppure la liberatoria...) - (c) Fotolia.com

U esempio di foto da scattare al matrimonio di vostro cugino (e senza i volti non serve neppure la liberatoria…) – (c) Fotolia.com

Il terzo e ultimo consiglio di oggi riguarda il momento immediatamente precedente all’invio. Verificate sempre (e intendo dire sempre) la fotografia al 100% delle sue dimensioni e assicuratevi che:

- non siano presenti, anche in lontananza, volti di persone che ne consentano la riconoscibilità. Al 50% della dimensione un viso può apparire microscopico, a piena risoluzione scoprirete che si tratta di lineamenti riconoscibili. In assenza di liberatorie, la foto viene matematicamente rifuitata.

- non siano presenti, in alcun punto della foto, marchi riconoscibili. Ho visto splendide immagini sportive (una, modestia a parte, mia) rifiutate perchè i pantaloncini dell’atleta presentavano il logo di un noto brand. Idem per le foto “street” in cui siano presenti loghi nell’abbigliamento o sulle vetrine di un negozio.

- cercate di scattare le vostre foto al livello ISO più basso che vi è consentito dalle condizioni di luce e verificate sempre il livello di rumore digitale dell’immagine (anche per questo è obbligatoria una visualizzazione al 100%). La presenza di noise (o rumore digitale appunto) è una delle cause più frequenti di rifiuto. Dedicherò alla riduzione di questo disturbo un post specifico in futuro.

Buona luce!

Alfonso d’Agostino


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