Improvvisamente nella sala entra un uomo vestito elegantemente. Porta con sé alcuni volumi e alcune scatole. Si avvicina al tavolo della comitiva, la quale inizialmente non lo nota, poi a poco a poco battute e risate si placano e a quel punto l’uomo fa:
“chi vuole diventare ricco, lavorando da casa?”
No, aspetta, non dice così. Dice un’altra cosa. Ah, sì, ecco cosa:
“volevo proporvi una bevanda naturale che combatte il diabete, l’obesità, la caduta dei capelli e le smagliature”
No, non era così… ecco, ci sono, dice così:
“chi vuole diventare ricco sorseggiando una bevanda completamente naturale che fa dimagrire, ricrescere i capelli e ritornare giovani?”
Sì, dice proprio così. Chi è questo signore? È un addetto alle vendite della PincoPallino Inc, una multinazionale americana presente sul mercato da 180 anni e che da pochissimo sta lanciando dei prodotti incredibili anche in Italia. A prima vista sembra un banale venditore porta a porta, ma lui ci tiene a definirsi imprenditore. Anzi, è convinto che tutti possono diventare imprenditori come lui e possono arricchirsi semplicemente “usando” quei prodotti. Insomma, hai capito, è uno dei tanti venditori MLM, Multilevel Marketing, Network Marketing o come diavolo li vuoi chiamare. Secondo te, riuscirà a vendere qualche prodotto alle persone che qualche minuto prima del suo ingresso, ridevano e scherzavano animatamente? È evidente che non venderà nulla, perché sarà visto da tutti come uno scocciatore. Per vendere ci vuole il luogo adatto. Un negozio è il luogo adatto per vendere, non lo è una chiesa o un ristorante. Sì, lo so: i “guru” del MLM ti diranno che i migliori “affari” li hanno fatti sulla spiaggia, mentre facevano la fila alla posta e amenità simili.
Ecco, questo è quello che capita più o meno a chi tenta di usare Facebook per vendere prodotti. Diciamocelo, Facebook è un ottimo sito per il cazzeggio, ma un pessimo sito per la vendita online o per concludere affari. Per vendere ci sono luoghi più adatti come eBay ad esempio. Su Facebook la gente va per passare il tempo. Infatti le pagine Facebook che funzionano di più sono quelle ironiche, dove uno legge due righe (tre sono già troppe), clicca su “mi piace” o, se proprio trova una frase o una foto divertente, la condivide con i suoi “amici”. Dopo qualche anno di utilizzo di Facebook, posso dirti quali sono i video, le foto o le frasi che hanno successo. Non certo dove sono presenti contenuti informativi. Hanno successo il gossip e l’ironia, soprattutto se un po’ grevi e di basso livello. Un po’ come accade con i film. Hai presente i cinepanettoni? Hanno un tale successo che ogni anno ne creano uno “nuovo”, con gli stessi attori, la stessa storia e le stesse battute trite e ritrite.
Un video, per avere successo deve essere corto. Al massimo 3 minuti. Più il video è lungo e maggiori sono le probabilità di insuccesso. Prova a condividere un video di un’ora e mezza se ci riesci. Personalmente ho notato persino un altro fenomeno: se tu parli di un argomento interessante su un sito web e lo condividi su Facebook, otterrai forse un discreto successo. Ma se tu condensi l’articolo in 3 o 4 righe e lo pubblichi direttamente su Facebook, avrai molte più probabilità di successo. Perché? Perché la gente non ama:
- Leggere articoli lunghi e complicati
- Guardare video lunghi
- Cliccare sui link
Ricapitolando: su Facebook le persone cazzeggiano, si divertono, passano il tempo e si rilassano, proprio come coloro che festeggiano un compleanno al ristorante. Su Facebook (ma in generale su web) le persone vanno di corsa, saltano qua e là, leggono frettolosamente i titoli degli articoli, insomma fruiscono il web in modo superficiale. Ecco perché Facebook non va bene per creare business. Chi afferma il contrario, puoi scommetterci: è un esperto di social media marketing pronto a venderti una consulenza o un corso per fare affari su Facebook.
Che dire dei Facebook ads? Alcune ricerche mostrano che il CTR (percentuale di click) sugli annunci Facebook si aggira intorno allo 0,04% (4 click su 10.000 mpressioni), contro l’8% degli annunci su Google. Persino MySpace riesce a far meglio di Facebook, con un CTR del 0,1%.
Molte aziende hanno investito su Facebbok, creando pagine con milioni di fan. Beh, molte di queste stanno chiudendo i loro “negozi” su Facebook, perché non rendono. Le persone acquistano direttamente dai siti ufficiali, non da Facebook. Il numero di fan poi, da solo non è indice di successo, perché come forse saprai, orma i fan si acquistano “un tot al kg”.
Visto che gli USA in fatto di diffusione della tecnologia sono avanti almeno 10 anni rispetto all’Italia, andiamo a vedere cosa accade da quelle parti. Aziende come Gamestop (quasi 4 milioni di “mi piace”), Gap Inc., Nordstrom, dopo essersi buttate con entusiasmo nel “business” dei social media, hanno chiuso i loro negozi su Facebook.
Ecco le parole dell’analista di Forrester Research, Sucharita Mulpuru pubblicate su Bloomberg:
“There was a lot of anticipation that Facebook would turn into a new destination, a store, a place where people would shop. But it was like trying to sell stuff to people while they’re hanging out with their friends at the bar”Che tradotto vuol dire: ci abbiamo sperato tanto, ma poi ci siamo accorti che mettere un negozio su Facebook è come tentare di vendere prodotti a delle persone che stanno chiacchierando al bar…
Qualcuno sostiene che negli anni ’90 le persone erano restie ad acquistare su Internet, mentre oggi l’e-commerce va alla grande, perciò la stessa cosa potrebbe accadere con il commercio su Facebook. Beh, chi può dirlo. Di sicuro oggi i negozi su Facebook non funzionano (tranne pochi casi di successo).