"Il giovane Paco a seguito di un grave incidente viene ricostruito, con meccanismi di acciaio ed elettronici e indi programmato con uno scopo preciso: quello di uccidere. Questi è divenuto una creatura bionica, un "cyborg", un essere dotato di una forza mostruosa. Un trust di industriali lo fa ingaggiare per eliminare il reverendo Arthur Mosley, un cieco che vive in una città dell’Utah, un vero apostolo che da anni lotta pacificamente contro i guasti ambientali e umani dell’inquinamento dell’atmosfera. Ma Paco, sorpresa la vittima designata nel suo rifugio, esita, la ferisce soltanto e fugge rubando una macchina. Si mettono sulle sue tracce l’FBI, i dirigenti del trust, che ormai vogliono eliminare Paco, e la polizia dell’Arizona, dove egli si è rifugiato in un motel gestito da Linda, una bella bionda che presto si innamora di lui. Paco dovrà accettare sul posto la sfida di Blanco, il locale campione di braccio di ferro, che riesce ovviamente a battere. Paco, benché robotizzato, riuscirà a trovare una autentica dimensione umana, ma dovrà riuscire a rimanere in vita"
Niente macchine truccate alla meglio o costumi posticci color argento; il futuro secondo la poetica di Martino è quanto di più desolante si possa immaginare. Una regressione folk che alterna terminali ipertecnologici a locande stile far west, mortali gare a "braccio di ferro" a cyborg immuni a frequenti piogge acide. Il domani è contaminazione assoluta tra film di arti marziali, action puro e poliziottesco postmoderno. Una vicenda dal gusto tradizionale, tuttavia ben scritta dai fidi Gastaldi e Sacchetti insieme al regista, che si fa persino involontaria celebrazione di vere e proprie icone cinematografiche come Janet Agren, George Eastman (Luigi Montefiori), John Saxon, Donald O’Brien e Claudio Cassinelli (scomparso tragicamente proprio durante le riprese del film, a seguito di uno sventurato incidente in elicottero).
Di culto le battute e soprattutto le singolari movenze marziali del protagonista Daniel Greene, pessimo attore di discreta presenza scenica, che troverà maggior fortuna in successivi serial televisivi.
Se non tra i migliori titoli della filmografia di Sergio Martino, è da riconoscere a Vendetta dal futuro un’onesta operazione di rielaborazione delle tematiche caratteristiche di molte successi statunitensi (Over the top, la trilogia di Mad Max) e di alcune produzioni nazionali del tempo (i post-apocalittici di Castellari e Massaccesi).
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