Arriva il primo episodio della trilogia spin-off di Assassin's Creed Unity!
L'ultimo anno di Assassin's Creed è stato contraddistinto da fortune alterne: Unity non è riuscito a mantenere le promesse iniziali e ha avuto pareri contrastanti da parte del pubblico e della critica, ma comunque ha generato parecchie chiacchiere venendo premiato in termini di vendite.
È indubbio che il brand abbia una forza mediatica impressionante ed Ubisoft è riuscita a capitalizzare tale risultato grazie ad un ecosistema che trascende gli episodi generali della serie ed offre cortometraggi, fumetti, gadget e spin-off. Assassin's Creed Chronicles China rientra proprio in quest'ultima categoria, composta da variazioni sul tema che spesso sono meno legate ai capisaldi della serie e permettono una maggiore sperimentazione; il gioco è disponibile in maniera gratuita per chi ha acquistato il Season Pass di Unity, costa 9,99€ altrimenti come prodotto a se stante. China fa parte di una trilogia ambientata in luoghi differenti: i prossimi episodi si svolgeranno in India e Russia con tipologie di gameplay peculiari, senza dimenticare i punti di contatto con la serie e una narrazione che fa diversi riferimenti ai capitoli principali. In questo caso la protagonista è Shao Jun, che abbiamo già visto nel cortometraggio Assassin's Creed: Embers; si trova ad essere una dei pochi assassini sopravvissuti alle Tigri, templari eunuchi corrotti che vedono a capo tale Zhan Yong. Il tutto dopo essere stata addestrata da Ezio Auditore e aver ricevuto in dono un antico manufatto.twittalo! Abbiamo analizzato a fondo Assassin's Creed Chronicles: China, primo dei tre spin-off della saga Ubisoft
Onore e ardore
Le vicende di China ruotano attorno alla vendetta e al recupero di questo antico manufatto, con la protagonista che si lascia inizialmente catturare allo scopo di affrontare i luogotenenti di Yong fino allo scontro decisivo. Nel mentre ci sono alcuni dialoghi realizzati con uno stile che ricorda gli acquerelli, i quali approfondiscono le vicende della protagonista e non lesinano di fare richiami soprattutto al secondo capitolo "regolare" della serie. Lo stesso stile contraddistingue il gioco vero e proprio, che propone meccaniche in due dimensioni all'interno di livelli tridimensionali che permettono di spostarsi su piani differenti, dando profondità all'ambientazione. Proprio a causa di queste meccaniche forse, lo sviluppatore Climax ha preferito utilizzare l'Unreal Engine in luogo dell'ottimo UbiArt, con un risultato generalmente buono in termini tecnici e stilistici: in realtà non tutti i livelli godono della stessa beltà visiva e attenzione per il dettaglio, alternando sezioni anonime con altre ben particolareggiate sia negli elementi "interattivi" che negli sfondi. In generale comunque l'impatto è positivo, il titolo Ubisoft ha una discreta personalità e ci sono diversi scorci che meritano di essere fotografati. L'impronta di Assassin's Creed Chronicles: China è soprattutto stealth. Nelle undici sequenze disponibili lo scopo è quello di eliminare bersagli specifici portando a termine al contempo alcune missioni secondarie ed evitando la soverchiante vigilanza che caratterizza i livelli. A tal proposito è possibile aggirare completamente gli scontri, assassinando i nemici e sfruttando i ripari disponibili, oppure affrontarli all'arma bianca, fermo restando che quelli più coriacei sparano dalla distanza, hanno scudi impenetrabili e ci sono zone nelle quali il nemico è impossibile da superare. Ciascun avversario possiede un campo visivo indicato chiaramente su schermo: non appena individuati si ha qualche istante prima di far scattare l'allarme, a questo punto le guardie nelle vicinanze cominciano ad inseguirvi e scandagliare ogni angolo, con la soluzione migliore rappresentata dal nascondersi oppure ricominciare la sezione secondo la classica formula "trial and error", accentuata o meno a seconda del livello.
Nel campionario di mosse a disposizione di Shao Jun abbiamo i prevedibili assassinii da sporgenze o alle spalle, la spada per parare e attaccare, le uccisioni dall'alto, in volo oppure in scivolata. Qualora non dovessero bastare, ci sono a disposizione quattro tipologie di gadget, che vanno dal fischio ai petardi, passando per coltelli che fanno rumore, i quali possono direzionare gli avversari verso un punto lontano dalla propria posizione. La curva di difficoltà è piuttosto morbida: poco a poco vengono introdotti avversari più resistenti o che necessitano di strategie più elaborate per essere evitati e sopraffatti; in base al punteggio di fine livello si ottengono potenziamenti come energia e capienza aumentata, mentre le mosse principali si apprendono in maniera naturale. In linea generale è possibile evitare qualsiasi scontro, come sottolineato da alcuni obiettivi appositi, ma in taluni frangenti si preferisce combattere i nemici distanziati, oppure assassinarli per avere campo libero. L'intelligenza artificiale è piuttosto scolastica, ma proprio perché ci troviamo dinnanzi ad un titolo dalle dinamiche in due dimensioni, non abbiamo ravvisato strafalcioni ma nemmeno sezioni estremamente soddisfacenti dove paga per davvero l'utilizzo di strategie stealth: ci sono punti indubbiamente ostici nei quali buttarsi a capofitto non paga, ma basta ragionare un po' per avere agevolmente la meglio. Abbiamo portato a termine Assassin's Creed Chronicles: China in poco meno di tre ore; una volta terminato il gioco è possibile ripartire mantenendo tutte le abilità sbloccate e in modalità difficile. Avremmo gradito questo grado di sfida sin da subito, poiché avendo a disposizione una sola barra di energia si è più portati ad affrontare il gioco in modalità stealth. Come detto sono presenti alcuni obiettivi secondari e collezionabili da raccogliere che premiano una struttura meno lineare di quanto si pensi inizialmente; sono presenti anche punti di sincronizzazione per rivelare la mappa e l'iconico Salto della Fede, che rappresenta uno dei tanti rimandi alla saga principale presenti nel gioco. Il riferimento che è piaciuto di più, in realtà, proviene dal comparto musicale, che in tanti arrangiamenti riprende quello fantastico di Assassin's Creed 2 e il tema principale legato ad Ezio: davvero un bel tuffo al cuore per i veterani della saga. In un paio delle undici sequenze disponibili la formula cambia leggermente e prevede la necessità di fuggire velocemente mentre lo scenario cade a pezzi, ad esempio per un incendio. In questi frangenti si accentuano le gioie e i dolori del sistema di controllo. L'inizio è infatti spiazzante, perché tale sistema è tarato come se fosse quello della serie, trasportato in due dimensioni: con l'analogico sinistro si cammina, per correre bisogna tenere premuto il trigger destro, che funziona inoltre assieme ad A per i salti ed il passaggio da un punto di appoggio all'altro. Con X ci sono gli attacchi leggeri, Y i pesanti; laddove con un po' di pratica si riescono tranquillamente ad eseguire tutte le mosse principali, la risposta ai comandi non è proprio immediata, l'aggancio inoltre è poco fluido nelle azioni concatenate, come quando bisogna passare da un nascondiglio all'altro oppure arrampicarsi e poi assassinare un nemico in maniera consecutiva. La cosa si fa sentire maggiormente nelle sequenze di fuga e va ad inficiare quindi alcune delle meccaniche che invece hanno fatto la fortuna di giochi come Mark of the Ninja, dal quale China prende ispirazione senza avvicinarsi purtroppo in termini qualitativi. Assassin's Creed Chronicles: China - Trailer di lancioPro
- Visivamente valido e peculiare
- Buoni contenuti in relazione al prezzo
- Qualche dinamica di gameplay interessante...
Contro
- ...che si scontra con la scarsa fluidità del sistema di controllo
- Intelligenza artificiale con alti e bassi