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Vendite a pioggia Nessun rialzo sul DJ, in calo soprattut...

Da Pukos
Vendite a pioggia Nessun rialzo sul DJ, in calo soprattut...

Vendite a pioggia

Nessun rialzo sul DJ, in calo soprattutto Apple, Visa e Chevron. Si apprezza il dollaro e calano i titoli minerari. Sul Nasdaq giù Alexion Pharma e Tripadvisor.

La notizia, alla fine di questa seduta a Wall Street, è che i livelli considerati “soglia”, per i tre principali indici borsistici americani, hanno tenuto, mi riferisco ai 18.000 punti del Dow Jones, ai 2.100 punto per l’S&P500 ed ai 5.000 punti del Nasdaq.

E’ stata davvero una seduta molto “particolare”, l’indice Dow Jones, ad esempio, è sceso di un punto percentuale, ma non ci sono stati rialzi ed un solo un titolo ha perso più di due punti percentuali, per il resto non ci sono ribassi superiori all’1,55%.

Significa che il mercato non ha fatto alcuna distinzione, vendendo (ma non svendendo) di tutto! Quindi? Cosa dobbiamo attenderci? Un immediato rimbalzo?

A vedere gli ultimi minuti di contrattazione, sembrerebbe di sì!

Il DJ e lo S&P500 in intraday erano anche scesi sotto quelle soglie, sulle quali, però, hanno rimbalzato, quindi parrebbe proprio un momento di inversione. Insomma un mercato che sembra “teleguidato”.

Deve calare … sì … ma non troppo.

Un’ondata di dati macro, oggi, si è infranta sul mercato, per la gran parte sono stati positivi, si cominciava con gli ordini dei beni durevoli calati di mezzo punto (consenso -0,6%), si proseguiva con i prezzi delle case unifamiliari, saliti del 5% (attese +4,6%).

Bene anche il dato sulle vendite di nuove case (517.000 unità rispetto ad una previsione di 510.000 unità) ed importante, oltre che sorprendente, il miglioramento della fiducia dei consumatori cresciuta nel mese in corso a 95,4 punti, mentre tutti si aspettavano un calo a 94 punti.

Ed infine deve essere salutato con favore il ritorno in territorio positivo (+1 punto) dell’indice della Fed di Richmond che, come noto, monitora l’attività manifatturiera nella zona di Richmond.

Tutto ciò naturalmente ha contribuito a rafforzare il dollaro e, di conseguenza, a farne le spese è stato il prezzo dell’oro che, dopo qualche seduta di assestamento su quota 1.205 è tornato sotto quel livello psicologico, fino in area 1.185 dollari per oncia.

Nelle ultime sette sedute, sei rialzi per il dollaro nei confronti dell’euro, durante le quali la moneta unica ha perso quasi 6 figure passando da 1,145 a 1,085 i minimi dell’anno toccati a marzo, appena sotto quota 1,05, sono ancora lontani, ma non più di molto.

Dow Jones (-1,04%) nessun rialzo, come già anticipato

Prese di profitto per Apple (-2,20%), poi Visa (-1,55%) e Chevron (-1,53%).

S&P500 (-1,03%) salgono Comcast (+1,24%), Abbvie (+0,95%) e Southern Company (+0,16%)

Minerari appesantiti dal dollaro forte e quindi in calo Freeport McMoran (-4,34%) di nuovo su quota 20 dollari, male anche Hewlett Packard (-3,97%) quindi il biotecnologico Amgen (-2,79%).

Nasdaq (-1,11%) sale Charter Communication (+2,56%) dopo la notizia dell’acquisizione di Time Warner Cable. Rimbalza su quota 70 dollari Mylan (+1,28%), quindi Liberty Global (+0,54%) che mette a segno l’ottavo rialzo di fila.

Sul fondo Alexion Pharma (-3,49%). Torna a scendere pesantemente Tripadvisor (-3,11%) ed infine Tractor Supply (-2,42%) che deve cedere alle prese di profitto.

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro


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