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Vendola, Berlusconi e l’estrema unzione di Fini

Creato il 08 novembre 2010 da Lalternativa

E’ una metafora mortuaria quella usata oggi dal presidente della Regione Puglia e leader di Sinistra, ecologia e liberta’, Nichi Vendola, per sepellire ogni dubbio sulla sua voglia di andare alle elezioni anticipate. Non prima, pero’, di aver cambiato la legge elettorale. Un compito, quello di riformare il processo nelle urne, che Nikita affiderebbe a un governo di ‘scopo’. Per questo, oggi a Bari, conversando con i giornalisti Vendola ha dato la sua chiave di lettura del discorso con il quale il presidente della Camera, pur non aggiungendo nulla di nuovo a una altalenante posizione nei confronti del Cavaliere, ha comunque dato a Berlusconi una ulteriore ‘mazzata’. Ma vediamo cosa pensa Vendola.

”Gianfranco Fini – dice il leader di Sel – ha cantato il ‘de profundis’ non solo a questo governo, ma a un prototipo politico quale e’ il populista Berlusconi: lo ha descritto con toni abbastanza virulenti, lo ha colpito nella sua essenza”. Niente male per chi canta Bella ciao, guarda con sospetto il Pd, ma vede nella ”platea” di Fini ”un fatto nuovo nella politica italiana: la nascita – secondo Vendola – di una destra antiberlusconiana”.

Il governatore della Puglia, che ieri a Repubblica Tv dichiarava di non voler scendere in piazza accanto al Partito democratico (al quale pero’ chiede le primarie per scalzare Bersani dal ruolo di avversario ufficiale di Silvio), è dunque convinto che ”il dato politico importante sia uno solo”: e cioè ”che è finito il centrodestra, e’ finita la lunga stagione berlusconiana e questo governo non ha piu’ una maggioranza”.

Una analisi, questa, che ci piacerebbe condividere, ma fino a quando Fini non ascolterà Bersani l’elettricista, che gli suggerisce di staccare la spina al Premier, avremo un governo a bassa tensione, che va avanti a corrente alternata, ma che avrà tutta l’energia necessaria per tenere l’Italia, fino al 2013, avvolta in una luce fioca che illumina a stento soltanto la Padania. E poiché alcune specie, in natura ne esistono diversi esempi, vivono anche in assenza di luce, alcuni fra noi si evolveranno mentre altri non riusciranno ad ambientarsi e abbandoneranno le redini del proprio destino.

Allora, per evitare questo scenario che porterebbe l’Italia ad assomigliare a una puntata del noto cartone animato giapponese ‘Ken il guerriero’, in cui la razza umana sopravvive a una esplosione atomica vivendo in luoghi inquietanti popolati da mostri, Vendola propone qualcosa che ora sembra diventato un modo di dire che fa tendenza. Qualcosa di simile ai più famosi ‘Ehi raga’ o ‘Bella guagliò’.

Di cosa stiamo parlando? ”Facciamo un governo di scopo”. E’ questa la frase che tra un po’ useranno anche i tronisti a ‘Uomini e donne’ per convincere le loro amate a seguirli in tantriche imprese. Ma cos’è un governo di scopo? Non è un nuovo gioco da fare con le carte napoletane e neppure un governo (lo dico ai più maliziosi) dai fini erotici. Tuttavia è anche vero che, a volte, la reltà supera la fantasia.

Ma il governo di scopo, che non avrebbe più Berlusconi quale primo ministro, servirebbe a riformare almeno la attuale legge elettorale. Questo è quanto spera perlomeno il centrosinistra.

Ad affidare l’incarico di formare il nuovo governo a un uomo di grandi virtù, sarebbe il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il quale ha il compito di indicare una persona in grado (chissà dove la troverà) di guidare il nuovo Esecutivo per raggiungere determinati obiettivi. Tra questi, nel nostro caso, la riforma della legge elettorale che permetterebbe un ritorno più dignitoso alle urne.

”Quello che bisogna fare ora – secondo Vendola – e’ evitare che si incancrenisca il quadro politico” e ”che la crisi politica del centrodestra sia pagata dal Paese che sta gia’ soffrendo in una maniera abbastanza spaventosa: si faccia subito – dice – un governo di scopo”. ”Si modifichino le regole del sistema elettorale – sottolinea ancora – e si corregga quella estorsione che rende il nostro sistema elettorale offensivo nei confronti dei principi democratici e incapace di garantire la governabilità”. ”Si cambi il sistema elettrorale e poi – ribadisce – si torni alle urne e si dica ai cittadini se e’ o no il momento di voltar pagina”. ”Di chiudere – aggiunge – la pagina delle favole belle che hanno introdotto incubi brutti, e di aprire una pagina di rinnovamento”.

Ma a noi, cittadini che quotidianamente paghiamo il prezzo di scelte sbagliate, non resta che stare a guardare? Dobbiamo limitarci a votare dopo aver ascoltato e riascoltato chi ci dice dove sta andando la sinistra; oppure ci spiega che la destra si sta avicinando al centro; o ci ricorda che il centro resta lì in attesa di spostarsi, a seconda del vento, un po’ piu’ a destra o a sinistra?

Noi dell’Alternativa crediamo che esista davvero un’alternativa. Un’altra possibilità che ci veda più protagonisti di questo presunto processo di cambiamento.

Se solo molti di noi sedessero intorno a un tavolo per elaborare proposte, formulare domande, raccogliere punti di vista, raccontare la propria rabbia, per dire cosa esigiamo da chi deve pur meritarsela la nostra croce sul suo nome, qualcosa potrebbe anche andare davvero dove vogliamo noi. Non siete d’accordo?

Beh, allora non lamentatevi quando vi diranno che quella croce potete pure tenervela stretta, anzi, che dovete portarla da soli, sulle vostre spalle, per tutta la vita.


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