Venerdì del libro (163°): NORWEGIAN WOOD

Da Marisnew
Cara Lilli,

per questo venerdì aderisco all'iniziativa di HomeMadeMamma parlandoti di un libro che ho letto alcuni mesi fa: NORWEGIAN WOOD di Haruki Murakami.
Avevo trovato parecchie recensioni entusiastiche sul web, anche su blog amici (come quello di FruFru, che poi ora si firma Eli Gì ma per me resta sempre Fru!) e così ero curiosa di vedere se anche a me sarebbe piaciuto altrettanto.Ti dirò: non è stato come mi aspettavo.

Il romanzo di Murakami mi è piaciuto discretamente, ma non mi ha entusiasmato. E' di certo originale ed ho trovato alcuni passi molto belli, poetici. Ma ne ho trovati anche altri un pò noiosi. 
Il protagonista Toru Watanabe ripercorre con la mente la sua gioventù, segnata dal suicidio a soli 17 anni del suo migliore amico Kizuki. Dopo questo evento tragico, Watanabe resta legato in modo particolare alla fidanzata di lui, la fragile e complicata Naoko. Tra loro ci sarà una storia che non diventerà mai una vera storia, in realtà.
Ecco il punto. Fondamentalmente c'è una cosa che non ha fatto scattare in me la scintilla dell'entusiasmo: il personaggio di Naoko mi è risultato cordialmente antipatico. Ho provato a farmi coinvolgere dalla sua timidezza, dal suo essere sofferente e provata per la morte prima di sua sorella e poi del suo ragazzo Kizuki, entrambi suicidi. Ho provato ma non ci sono riuscita del tutto. Quell'alone di angosciante intoccabilità che la circonda per tutto il libro mi ha un pò stancato. Non so perchè mi è presa così.

Tutto un altro discorso invece è quello riguardante l'altra protagonista femminile, Midori. Lei è genuina, trascinante, intelligente, simpatica, a tratti un pò matta, determinata, ma anche fragile, col suo buon bagaglio di sofferenza. Lei si relaziona con Watanabe in modo magari un pò stravagante ma bello, emozionante. Lei vale la lettura, ecco.

Comunque, nel romanzo la presenza costante della morte (e della morte per suicidio, a ripetizione) tende a schiacciare un pò tutto il resto. Lo spiraglio che si intravede nel finale (che non svelo, naturalmente) solo in parte bilancia questa sensazione di sottile ma continua angoscia, di paura del domani, dell'incognita-futuro. O per lo meno questo è ciò che ho provato io leggendo.
Per questo motivo ti dicevo che non mi ha davvero entusiasmato, pur riconoscendo la bravura dell'autore. 
Nota: "Norwegian Wood" per chi non lo sapesse è il titolo di una canzone dei Beatles e nel romanzo di Murakami è il brano preferito di Naoko.

 <<In questo paesaggio non ci sono figure umane. Non c'è nessuno. Naoko non appare, io nemmeno. E mi chiedo dove siamo andati a finire noi due. Come è potuto succedere? Dove è andato a finire tutto quello che ci sembrava così prezioso, dov'è lei e dov'è la persona che ero allora, il mio mondo? Ma è inutile, oramai non riesco nemmeno a ricordare facilmente il viso di Naoko. Quello che mi resta è solo lo sfondo: un paesaggio senza figure.>>
I suggerimenti di questo venerdì del libro su altri blog li trovi elencati QUI

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