Venerdì del libro (186°): PLAYER ONE

Da Marisnew
Cara Lilli,

oggi per seguire l'iniziativa del venerdì di HomeMadeMamma voglio parlarti di un romanzo particolare, scritto secondo me apposta per chi ha vissuto gli anni '80 specie se in età adolescenziale: PLAYER ONE di Erneste Cline.

Ho saputo dell'esistenza di questo libro tramite la recensione che ne ha fatto un pò di tempo fa Manu di "I quasi montanari".
Mi ha interessato subito, perchè è vero che io all'inizio degli anni '80 ero solo una bambina, ma la seconda metà l'ho vissuta proprio ben bene e ne ho ricordi vivissimi.
Il romanzo è ambientato in un futuro a dir poco catastrofico: nel 2045 sulla Terra si vive malissimo, tra povertà e inquinamento, e l'unico modo per evadere da questa realtà orribile è avere una vita parallela su OASIS, un mondo virtuale creato dal geniale programmatore informatico James Halliday.
Ognuno può, grazie ad una consolle, un visore speciale e dei guanti aptici, accedere ad OASIS e crearsi l'identità che vuole. Ci sono scuole, case, negozi....di tutto, insomma.

Quando Halliday muore, si apre una corsa all'oro. Cioè, Halliday lascia un testamento in cui stabilisce che l'eredità del suo mondo virtuale, che ha un valore stimato in milioni di dollari, andrà a chi riuscirà per primo a risolvere una serie difficilissima di enigmi i cui indizi sono disseminati in luoghi imprecisati dell'immenso universo di OASIS.

Tutti gli enigmi sono basati sulla conoscenza di film, telefilm, letteratura e soprattutto giochi e videogiochi degli anni '80, di cui Halliday era un cultore.

Per anni ci provano in tantissimi, sempre invano, fino a quando un ragazzo di 18 anni (Wade) seguito poi a ruota da altri 4, tra cui una ragazza, non riesce a risolvere il primo enigma e di lì a proseguire nella corsa al tesoro finale in una lotta senza tregua con i cattivi di turno, rappresentati dai dipendenti di una potentissima multinazionale che vuole ad ogni costo metetre le mani sull'eredità di Halliday.Senz'altro è un romanzo più adatto a giovani lettori per il tipo di storia, ma anche io, come Manu, credo che un ragazzo degli anni 2000 poco si potrebbe entusiasmare per i continui riferimenti a tutto ciò che concerne gli anni '80, essendo un'epoca che non gli appartiene.A me il libro è piaciuto abbastanza, queste storie hanno una certa attrattiva per me, solo confesso di aver avuto un pò di difficoltà a seguire le pagine in cui ci si dilunga finanche troppo su particolari di videogames di cui non conoscevo l'esistenza, pur avendo vissuto gli anni '80 in prima persona.L'intreccio delle storie, in bilico tra il mondo reale e il mondo virtuale, è ben strutturato e comunque va dato atto all'autore di aver avuto davvero una bella fantasia!C'è anche una sfumatura rosa tra le pagine di Player One e non guasta, per lasciare un pò di spazio anche ai sentimenti oltre che all'avventura senza sosta.Non male, insomma, ma bisogna essere predisposti verso questo genere di storie, secondo me. 


<< James Halliday non aveva eredi. Era morto a 77 anni, scapolo, senza parenti e, a quanto dicevano in molti, senza un solo amico. Aveva trascorso gli ultimi 15 anni della sua vita in un isolamento autoimposto, durante il quale (se le voci erano attendibili) aveva perso completamente la ragione. 
Perciò la notizia che, quella mattina di gennaio, lasciò tutti a bocca aperta, la notizia che lasciò, da Toronto a Tokyo, tutti di stucco davanti alla ciotola di cereali, riguardava il contenuto delle ultime volontà e del testamento di Halliday, e il destino delle sue vaste fortune.>> I suggerimenti di altri blogger per questo venerdì del libro li trovi elencati QUI

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