Venerdì del libro (201°): LA CONVOCAZIONE

Da Marisnew

per questo nuovo appuntamento con l'iniziativa di HomeMadeMamma voglio parlarti di un romanzo di altro romazno di John Grisham che ho letto nei mesi scorsi.

Un romanzo che mi ha preso un pò meno degli altri due letti in precedenza, devo dirlo. Non sono riuscita a sentirmi parte della narrazione, come invece a volte accade ed è bello.

Questo non significa che sia un libro da buttare via. Grisham sa scrivere bene, anche se stavolta l'ho trovato un pò sottotono.

Ray Atlee è un professore universitario di legge, figlio di un noto giudice oramai anziano e in pensione, nonchè gravemente malato. I suoi rapporti col padre sono molto distaccati. Vive lontano dalla cittadina in cui il padre è stato praticamente un'istituzione, cerca di tornarci il meno possibile. Ma un giorno riceve una lettera, o meglio una vera e propria convocazione (con tanto di data, ora e luogo dell'incontro) da parte del vecchio genitore per discutere del suo testamento.

Naturalmente sa che anche suo fratello Forrest è stato convocato. Suo fratello che è un pò la pecora nera della famiglia, sempre dentro e fuori dalle comunità di riabilitzione per alcolisti, sempre con un lavoro precario, sempre con tanti guai da affrontare.

La tranquilla vita di Ray subirà un cambiamento quando, arrivando nella casa di famiglia, troverà il padre seduto in poltrona. Morto, apparentemente per cause naturali. E come se non bastasse, dando un'occhiata in giro per casa, in attesa dell'arrivo di suo fratello, Ray troverà una fortuna: degli scatoloni pieni di dollari.

Da dove arrivano quei soldi? Chi altro sa di questo tesoro? Come gestire la situazione? Come tener fuori Forrest da tutto ciò, per evitare che combini qualche pazzia delle sue?

E' da qui che per Ray inizierà un percorso fatto di sotterfugi, dubbi, rischi. Per arrivare ad un finale che in verità da un certo punto in poi ho sospettato, ma che comunque viene abbastanza ben architettato dall'autore. Il tutto senza che ci siano grossi scossoni, anzi in qualche punto la storia procede anche troppo lentamente.

Questo, più il fatto che il protagonista mi è risultato un pò come dire.... indifferente, è il principale motivo per cui non mi sono sentita molto coinvolta nella lettura.

<<Giunse per posta, servizio ordinario alla vecchia maniera, perchè il Giudice aveva quasi ottant'anni e diffidava dei nuovi sistemi. Niente email o fax. [...]

Lui la riconobbe immediatamente perchè quelle buste scandivano la sua vita da sempre. Era di suo padre, l'uomo che anche lui chiamava "il Giudice".>>


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