L’edilizia residenziale pubblica in Veneto è a un punto di svolta o almeno è questo l’auspicio di Massimo Giorgetti, assessore veneto ai lavori pubblici, che ha annunciato in settimana l’approvazione del progetto di legge sulle Norme in materia di edilizia residenziale pubblica.
Il testo, licenziato dalla Giunta regionale, assume la forma di un vero e proprio testo unico dell’edilizia residenziale pubblica in Veneto che raccoglie e coordina disposizioni originariamente comprese in varie leggi, compresi il Piano straordinario di vendita degli alloggi Ater e il Piano strategico delle politiche della casa.
Tre i temi affrontati dal ddl: la governance delle Ater, le innovazioni in materia di funzioni e attività svolte dalle Ater; le nuove regole per gli affitti.
Sulle Ater Giorgetti ha utilizzato la scure: via 70 poltrone su 84, con una riduzione dei posti a disposizione superiore all’80%. Se non è una tabula rasa, ci siamo molto vicini. ogni azienda avrà solo un amministratore unico e unrevisore dei conti, al posto dell’attuale consiglio di amministrazione, composto dal presidente più quattro consiglieri, dal collegio composto da cinque revisori e dalla Commissione tecnica con due membri. Viene invece potenziata l’attività delle Ater per quanto attiene il settore dell’edilizia popolare e del social housing.
“La riforma detta poi nuove regole in tema di affitti”, dice Giorgetti, “non ci sarà più l’assegnazione, bensì la stipula di un vero e proprio contratto di locazione, di 4 anni più 4, ovviamente rinnovabili, ed i bandi non saranno più stilati in base al reddito ma in base all’Isee. In ogni caso, per quanto bassi, non ci saranno più affitti da 9,2 euro al mese, com’è oggi: si stabiliranno dei minimi”.