Molto bello, a mio avviso, il manifesto ufficiale della 71ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (27 agosto-6 settembre), diretta da Alberto Barbera e organizzata dalla Biennale presieduta da Paolo Baratta, che potete vedere nell’immagine a fianco: un omaggio a Francois Truffaut, ispirato al finale del suo film d’esordio, I 400 colpi (Les quatre cents coups, 1959). Realizzato per il terzo anno da Simone Massi, raffigura in primo piano Antoine Doinel, il personaggio protagonista, da qui in poi alter ego del regista in altri titoli (sempre interpretato da Jean-Pierre Léaud), il suo sguardo cristallizzato in un fermo immagine, insieme accusatorio e cercante affetto, proprio di chi è entrato a far parte della vita senza averla vissuto in pieno, rivolto ad una società che l’ha costretto a rinnegare la sua adolescenza per divenire adulto troppo presto. Nella sequenza precedente avevamo invece assistito alla lunga fuga di Antoine, ragazzo dal comportamento in apparenza anaffettivo, in lotta contro l’insensibilità e l’ostilità delle istituzioni, a partire dalla famiglia, passando per la scuola e finendo con l’ordine costituito e reprimente del carcere e del riformatorio, per fermarsi di fronte al mare che non ha mai visto, simbolo di libertà e felicità e dinnanzi al quale si ferma sconcertato: il suo passo diviene incerto, si fa lambire i piedi dalla spuma, ma indietreggia, si volta verso la macchina da presa, per offrirci quello sguardo di cui sopra, uno dei finali più belli della storia del cinema. Nel manifesto, Massi, nell’immaginare Antoine contornato da pesci volanti, introduce un elemento fantastico che addolcisce la suddetta dimensione interrogativa dell’espressione.
Simone Massi (rapportoconfidenziale.org)
L’identità visiva e l’immagine coordinata della Mostra è stata curata anche quest’anno dallo Studio Graph.X di Milano, sulla base appunto dei disegni di Massi, autore della sigla, con il contributo di Fabrizio Tassi, che dal 2012 introduce le proiezioni ufficiali della kermesse veneziana, dalla durata di 30 secondi, ottenuti da 300 disegni realizzati a mano che citano Fellini, Anghelopulos, Wenders, Olmi, Tarkovskij, Dovženko, Truffaut.
La musica è stata scritta ed eseguita da Francesca Badalini, mentre il sound design è di Stefano Sasso. Julia Gromskaya ha realizzato le riprese e Lola Capote-Ortiz si è occupata della post-produzione. Massi, nato a Pergola nel 1970, è fra gli ultimi pionieri dell’animazione “a passo uno” e ha all’attivo oltre duecento premi vinti nei principali festival nazionali e stranieri, oltre a essere ritenuto uno dei più importanti autori di cortometraggi di animazione a livello internazionale. Animatore indipendente, ha studiato Cinema di animazione alla Scuola d’arte di Urbino. In 19 anni ha ideato e realizzato 19 film di animazione che sono stati mostrati in 60 Paesi e che sono stati riproposti alla 69ma edizione della Mostra, nel 2012, insieme a un inedito, Animo resistente.
Per i suoi lavori Massi non si serve dell’uso del computer, ma realizza tutto a mano su carta, impiegando matite, carboncini, gessetti, pastelli, grafite e china. La tecnica dei “graffi” adottata nelle ultimissime opere fa sì che per un film di 8 minuti siano necessari anche due anni e mezzo di lavoro.