A pigeon sat on a branch reflecting on existence, scritto e diretto dal regista svedese Roy Andersson, ha conquistato il Leone d’Oro come miglior film alla 71° edizione del Festival di Venezia. La giuria, presieduta dal compositore francese Alexandre Desplat, ha assegnato il massimo trofeo della Mostra del Cinema di Venezia a questa commedia surreale e grottesca, costruita attraverso una serie di scene connotate da un bizzarro e straniante umorismo. Il veterano del cinema russo Andrej Koncalovskij si è aggiudicato invece il Leone d’Argento per la miglior regia con The postman’s white nights, un racconto elegiaco e malinconico che descrive la tranquilla esistenza di una piccola comunità rurale sulle rive del lago Kenozero.
Il Gran Premio della Giuria è andato a The look of silence dell’americano Joshua Oppenheimer, portentoso e sconvolgente documentario dedicato all’indagine sugli eccidi commessi in Indonesia fra il 1965 e il 1966 ad opera del regime. Spiazzando completamente i pronostici della vigilia, la Coppa Volpi come miglior attore è stata assegnata all’americano Adam Driver, un giovane marito in conflitto con la moglie nel film Hungry hearts di Saverio Costanzo, che ha diviso la critica al Lido. Fischiatissimo dalla stampa l’annuncio della Coppa Volpi come miglior attrice ad Alba Rohrwacher, protagonista femminile di Hungry hearts.
Il Premio della Giuria è stato attribuito, non senza qualche polemica, a Sivas, storia dell’amicizia fra un bambino ed un cane ambientata in Anatolia e diretta dal regista turco esordiente Kaan Mujdec. Tales, affresco corale ad episodi dell’Iran contemporanea diretto dalla regista Rakhshan Bani-Etemad, ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura. Il giovanissimo Romain Paul ha ottenuto il premio Mastroianni come miglior attore emergente per la sua intensa performance di un adolescente impegnato a costruirsi un rapporto con il padre ne Le dernier coup de marteau di Alix Delaporte. Fumata nera per due titoli favoriti alla vigilia, ovvero Il giovane favoloso di Mario Martone e Birdman di Alejandro González Iñárritu.
Nella sezione “Orizzonti”, il vincitore del riconoscimento come miglior film è Court di Chaitanya Tamhane, un’apprezzata produzione dall’India. Il premio per la miglior regia è stato attribuito a Naji Abu Nowar per il film Theeb (Giordania), mentre la grottesca black-comedy Belluscone – Una storia siciliana di Franco Maresco ha ottenuto il Premio della Giuria. Il premio per la miglior interpretazione è andato ad Emir Hadzihafizbegovic, protagonista del film croato These are the rules di Ognjen Svilicic. Miglior cortometraggio è invece Maryam di Sidi Saleh (Indonesia).
Infine, ecco i risultati nelle altre sezioni del Festival. The farewell party, divertente ed ironica commedia israeliana diretta da Tal Granit e Sharon Maymon sul tema dell’eutanasia, ha ottenuto il premio del pubblico nella sezione “Giornate degli Autori”, mentre nella sezione “Settimana Internazionale della Critica” è stato ricompensato No one’s child di Vuk Rsumovic, un doloroso racconto di formazione ambientato in Serbia. I critici Fipresci hanno eletto miglior film del Festival il documentario The look of silence di Joshua Oppenheimer (premiato anche con il Mouse d’Oro, assegnato dai critici del web), mentre il Queer Lion per il miglior film a tematica omosessuale è stato attribuito a Les nuits d’été di Mario Fanfani. Il film indiano Court di Chaitanya Tamhane, premiato anche nella sezione “Orizzonti”, è stato eletto miglior opera prima.
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