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Venezia 71 - 99 Homes | Reality | Ghesseha (Tales)
Creato il 29 agosto 2014 da In Central Perk @InCentralPerkIl festival inizia a riempirsi, e anche le code si fanno sentire, ma sembra che la fortuna, quest'anno, sia dalla mia parte.
In attesa della scorpacciata di oggi, prendete nota di questi titoli:
99 Homes
Mancano le star di richiamo, dicono, in questa edizione. Ma se le star presenti nei film sono prima di tutto star della recitazione, va più che bene.
Michael Shannon, sempre e per sempre inquietante, Laura Dern e soprattutto Andrew Garfield fanno a gara nel film di Ramin Bahrani, dimostrando ognuno di loro doti che un po' non ti aspetti, un po' sei felice di vedere confermate.
La vicenda che raccontano non è poi delle più facili, e mostra la crisi immobiliare americana, con centinaia di famiglie sfrattate dalle loro case perchè non in grado di pagare le rate del mutuo. Lo sguardo passa così da una di queste famiglie, quella di Dennis Nash, costretta in un motel e completamente al verde, per poi passare a quello degli sfrattatori, con Dennis stesso che diventa socio in affari dell'immobirialista che in questa crisi, nelle macerie di vite al lastrico, trova miniere d'oro.
Ma come l'America ci insegna, chi ha una coscienza non potrà mai essere uno squalo, e così la regia si sofferma anche troppo sui dubbi e i rimorsi che iniziano ad attanagliare Dennis.
Nel complesso, comunque, con le verità e i raggiri rivelati, e una realizzazione da gran produzione, 99 Homes merita, facendo riflettere e anche, inevitabilmente, commuovere.
Reality
Quentin Dupieux è stato finora un nome sconosciuto per la sottoscritta, ma non mancherò di certo nel recuperare qualche sua opera del passato visto come questa sua presentazione veneziana mi ha colpito.
Prendete un cameraman con il sogno nel cassetto di fare il regista, prendete un'idea creepy e parecchio basica per un film horror, prendete anche un altro regista, che il suo film -altrettanto creepy ma più che altro misterioso- lo sta già realizzando, aggiungeteci un presentatore televisivo vestito da ratto, un preside che si traveste da donna e la ricerca dell'urlo d'orrore perfetto e mescolate sapientemente il tutto tra realtà, sogno e finzione cinematografica.
Ne otterrete un film molto molto strano, ancora enigmatico e difficile da sciogliere, ma che per le situazioni al limite dell'assurdo che presenta e una realizzazione intelligente per quanto criptica, non potrà che conquistarvi.
Ghesseha (Tales)
Per raccontare l'Iran di oggi, Rakhstan Banietemad usa uno stile di racconto in racconto, passando da personaggio a personaggio immergendoci in piccoli tranche de vie.
Dal taxista con una famiglia da mantenere alle donne rifugiate in un centro di aiuto, dalla coppia moderna e fedifraga a quella più tradizionale e patriarcale, passando per anziani estereffatti della corruzione e del marcio del progresso, economico e burocratico. Il confronto uomo-donna e cittadino-politico la fa da padrone, e a legare queste storie è l'occhio di un regista, che con la sua camera riprende.
Alcune storie sono così riuscite e vicine a noi, altre più deboli si dimenticano e a tratti pesano, ma questo sguardo intenso verso un Paese che fatica a cambiare o cambia troppo rapidamente è di quelli intensi, e il finale, che omaggia il film stesso e il suo processo realizzativo, dà un senso profondo al tutto.
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