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Venezia 71: “Olive Kitteridge” di Lisa Cholodenko (Anteprima)

Creato il 02 settembre 2014 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2014

Durata: 233′

Genere: Drammatico

Nazionalità: USA

Regia: Lisa Cholodenko

La HBO presenta al festival la miniserie di quattro ore diretta da Lisa Cholodenko, Olive Kitteridge, tratto dal libro omonimo, Premio Pulitzer 2009 di Elisabeth  Strout. La storia vede come protagonista una donna di mezza età, Olive, interpretata da Frances McDormand (che al Lido ha ricevuto il Premio Persol) la quale vive in un immaginario paesino del Maine con il marito (uno straordinario Richard Jenkins) e il figlio. Il suo sguardo è testimone di tutto ciò che accade nell’ambiente in cui vive: i segreti, gli inganni, le sofferenze e le morti dei personaggi che  incrocia nel suo percorso di vita. Olive è una donna dura, severa con se stessa e con gli altri, una donna che sembra essere nata già adulta, forse perché l’infanzia le è stata negata da un padre suicida e una madre alcolizzata.

Una storia che definire al femminile è riduttivo perché in realtà è una storia che parla di umanità, della difficoltà e della fragilità dell’esistenza, dell’incubo della malattia e della pazzia che incombe su ogni essere umano, sulle colpe dei genitori che ricadono sui figli, sui diversi tipi di amore e l’affannosa ricerca di un senso dell’esistere.

olive

La regista riesce a cogliere ogni sguardo, ogni silenzio, ogni ruga di una McDormand in stato di grazia, regalandoci un film intenso, perfettamente equilibrato, indimenticabile. I paesaggi del Maine, abbaglianti e solitari, infiniti e strazianti, sono impressi sulla pellicola come quadri di Edward Hopper, squarci emozionanti di vita, della società americana, della solitudine umana. Un susseguirsi di eventi più o meno tragici, più o meno significativi, e lei Olive al centro, con la fermezza e la disperazione di una donna che sa amare con durezza e non versa lacrime, che spaventa i bambini e premedita la sua morte. E alla fine l’entrata di scena di una figura malinconica col volto di Bill Murray che vaga come uno spettro negli spazi luminosi del Maine portando con sé la speranza di un nuovo inizio.

Maria Cristina Locuratolo


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