Sabato 11 settembre 2010 è andato in scena ‘Apocalypse Venice’ il primo free body painting party a Venezia.
Lunedi’ 6 c’è stata la presentazione ufficiale dell’evento presso la spiaggia libera di fronte all’Aurora Beach del Lido di Venezia, dove Desirèe Crescentini, Maria dell’anno 2008, si è fatta trasformare in creatura apocalittica sotto i miei pennelli. Sebastiano Giorgi – giornalista, co-ideatore dell’evento, si è immolato per la causa facendosi trasformare in opera d’arte dal noto artista contemporaneo veneziano Emiliano Donaggio. Beatrice Susa, imprenditrice veneziana, collaboratrice in questa bellissima iniziativa, è invece diventata tela del truccatore veneziano Michele Salgaro Vaccaro. Tutti uniti per una causa comune: salvare Venezia dal progressivo spopolamento e dalla desertificazione sociale.
Ringrazio di cuore Tiziano e Fabio , gestori del Lion’s Bar del Lido di Venezia, che ci hanno offerto la loro splendida location, a fianco dell’ingresso della mostra internazionale del cinema. Fabio si è prestato in prima persona come ottimo modello, essendo un professionista del settore. Tiziano ci ha fatto notare che lui stesso sarà la prossima vittima di Venezia, infatti a causa delle troppe difficoltà incontrate nella sua amata città, dovrà purtroppo chiudere la sua attività. Anche per questo motivo ci ha accolto subito con piacere, e testimoniare cosi’ la sua realtà in prima linea.
La serata è stata allietata dalla musica house del bravo dee-jay veneziano Erik Farsora, che dopo la mezzanotte ha trasformato il Lion’s Bar in un vero inferno dantesco, con diavoli che ballavano sul bancone del bar e baristi che inondavano di prosecco gli ospiti della serata per alleviarne le sofferenze.
Dopo questo evento in molti si sono interessati: da ‘La Repubblica XL’ che ci ha dedicato un’intervista, ai ragazzi di Venessia.com che ci hanno dedicato articoli e future collaborazioni, vista la causa comune, a Franco Paone, presidente dell’associazione amici del Carnevale di Venezia, che è venuto a sostenerci lunedi’ 6 , al magazine ‘Nexus’ che ci dedicherà un articolo, grazie anche al regista Gianni De Luigi , che crede in questa iniziativa dominata dall’arte e dall’amore per Venezia, al quotidiano ‘Il Gazzettino’ che ci ha seguito con articoli e foto. Segnalo anche il sito dell‘Actv, l’azienda di trasporti veneziana, che ha segnalato il nostro evento nel suo sito nonchè ‘Granviale.it’ per aver dato visibilità a questo evento. Infine ringrazio Luca Ferrari, venuto a testimoniare l’evento svolotsi al Lion’s Bar, dedicandoci un bellissimo articolo sul sito per cui scrive ”Il reporter” dedicandoci un articolo molto interessante con una bella galleria fotografica. L’articolo originale lo potete leggere in questo link e la galleria fotografica qui.
Mi permetto di riportare qui di sotto le sue parole, che esprimono al meglio l’evento.
Grazie Luca per questo articolo. Hai pennellato con parole artistiche quanto le mie opere, un quadro della situazione esauriente ed interessante. Grazie anche a tutti coloro che , con le loro arti, danno e daranno visibilità a questo grande problema. Che sia il colore, la parola, il canto.. ognuno di noi puo’ contribuire con i propri mezzi a portare alle orecchie ed agli occhi del mondo il ‘grido di aiuto’ di Venezia. Salviamo dallo spopolamento questa amata città e contribuiamo alla sua rinascita! L’alternativa: assistere alla sua apocalisse…
‘Venezia apocalittica’ di Luca Ferrari
“Fiamme. Fuoco. Occhi da creature tridimensionali si aggirano tra gli smoking e i riflettori dell’ultima edizione della kermesse cinematografica veneziana. Nessuna telecamera nascosta, ma il delicato rumore di un pennello che salta e rintocca sulla pelle. Dal rosa ambrato della carnagione abbronzata, ecco comparire sinistre figure apocalittiche. Nessun effetto speciale Spielberghiano, solo gli effetti del body painting.
Nel freddo delle caverne del Paleolitico. Nel mistero delle prime civiltà precolombiane. A cavallo nelle infinite praterie nord-americane. Sulle sponde dei fiumi indiani, tra gl’immensi spazi del continente africano. E quanti ancora sono i mondi, estinti e tutt’ora esistenti, che ancora usano i colori sul proprio corpo per raccontare qualcosa. Tramandare, o più banalmente distinguersi.
Basta molto poco. Pigmenti naturali, colori acrilici o ad acqua. A rilanciare questa tecnica in Italia, Elena Tagliapietra, make up artist e body painter, che tra i suoi molti lavori può annoverare Iago (2009), pellicola diretta da Volfango De Biasi con protagonisti Nicolas Vaporidis e Laura Chiatti, e il cast di Dieci Inverni (2009), girata proprio nell’antica Repubblica Marinara.
E in occasione della 67° edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Elena ha voluto riproporre in grande stile questa tecnica, balzata alle cronache europee a partire dalla metà degli anni ’70, grazie alla modella tedesca Vera Gottliebe Anna von Lehndorff-Steinort, meglio nota come Veruschka, che sperimentò l’arte del body painting su se stessa.
A Venezia, la giovane bodypainter ha plasmato i suoi colori sul presente. Partendo dalla realtà che la città lagunare si sta sempre più spopolando, ha lanciato un grido d’allarme che ha preso forma in Apocalypse Venice. In più occasioni modelli/e e semplici cittadini si sono affidati ai suoi pennelli, lasciandosi colorare su gran parte del corpo, viso incluso, per essere trasformati un’orda di spettrali creature condannate all’inferno.
Come una Dante dei tempi moderni, Elena infatti colloca i veneziani nel regno degli inferi. “Il motivo è di non essere riusciti a far sopravvivere la città, lasciata in balia dei grandi eventi”, spiega tra una tratto di rosso e una spruzzata di giallo, “Se vogliamo salvarla, dobbiamo sensibilizzare sul problema. A differenza del mio illustre predecessore toscano però, posso anche spostarli da laggiù”.
Tra i personaggi che si sono prestati alle colorate cure trasformiste di Elena, anche l’incantevole veneziana Desirée Crescentini, vincitrice del concorso di bellezza delle Marie 2008, il celebre appuntamento di Carnevale che si svolge a Venezia durante la manifestazione in maschera. E così da graziosa fanciulla di campiello, ecco la giovane mutata in un nuovo essere che sembra strizzare l’occhio all’Angelina Jolie quando vestì i panni soprannaturali della madre di Grendel, nella pellicola firmata Robert Zemeckis, La leggenda di Beowulf (2007.)
“Con Apocalypse Venice”, spiegava Elena, “i body painter suggeriscono che i veneziani dovrebbero dipingersi tutti integralmente quale segno tangibile dell’esistenza di una comunità che vuole continuare a vivere.
Il colore come simbolo di vita”. La comunità insorge. L’arte si fa strumento. La mano intinge. La mente seduce. La prossima mossa è l’eternità.”