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Venezia dice basta alle navi da crociera in laguna

Creato il 13 dicembre 2011 da Dreamblog @Dreamblog

Avete mai avuto modo di iniziare una crociera salpando da Venezia?
Di salire sui ponti esterni della nave con macchina fotografica alla mano per immortalare una delle partenze in assoluto più suggestive e romantiche di tutto il mondo?

 

Venezia dice basta alle navi da crociera in laguna.

 

Conservate con cura quei ricordi e i relativi album fotografici, perché quella potrebbe essere stata l’ultima occasione utile.

Da anni è infatti in corso un acceso dibattito tra le autorità locali, circa la convenienza e l’opportunità di continuare a far transitare le grandi navi da crociera accanto a San Marco.

Da un lato il Sindaco della città, Giorgio Orsoni, che proprio sabato scorso, 10 dicembre, ha rilasciato per il Corriere della Sera, un’intervista in cui, categorico, sostiene la necessità, ormai urgente, di trovare soluzioni alternative e di interrompere pertanto il transito del traffico crocieristico attuale.

 

Venezia dice basta alle navi da crociera in laguna.

 

A sostegno della sua posizione, uno studio curato e recentemente presentato dall’Associazione Ambientale Venezia che, in sostanza, metterebbe in luce dati e analisi tali da considerare il traffico nautico attuale come una negatività.

Diverse le cause di una simile conclusione: intanto i numeri e le proporzioni del fenomeno: + 439,9% dal 1997 ad oggi.
Nel 2005 sono state complessivamente 605 le crociere registrate, con circa 677 mila passeggeri movimentati. Da qui, il passo necessario per arrivare ai risultati del 2010 è enorme: 629 crociere con oltre 1,6 milioni di passeggeri coinvolti. E il 2011 chiuderà con ulteriori dati da record: 796 crociere con un numero di ospiti movimentati molto vicino ai 2 milioni. Il fenomeno, letto da una diversa prospettiva, equivale a dire che sono circa 5.500 i crocieristi che per motivi diversi, un’escursione o un pernottamento, ogni giorno transitano per la città.

Una quantità importante che inevitabilmente impatta sul tema ambientale e in particolar modo sulle nuove emissioni inquinanti.

Nel dossier si parla nello specifico di inquinamento ambientale da zolfo, da onde elettromagnetiche, dei danni ai fondali con la perdita di sedimenti in mare, dell’erosione e danni alle rive.
Senza considerare poi un paragone piuttosto forte: «una nave inquina come 14 mila macchine» e «le quantità sono dieci volte superiori a quelle del traffico delle auto in tangenziale».

 

Venezia dice basta alle navi da crociera in laguna.

 

Non solo. L’annosa polemica ha avuto nel tempo anche un risalto internazionale. Qualche mese fa, ad esempio, il New York Times ha dedicato alla vicenda un approfondimento, mettendo in risalto le preoccupazioni di cittadini e piccoli esercenti dovute, oltre che alle ragioni esposte dallo studio di cui sopra, anche alle vibrazioni determinate dal passaggio delle navi, che, secondo alcuni, rischierebbero di compromettere addirittura le fondamenta degli storici palazzi cittadini.

 

Venezia dice basta alle navi da crociera in laguna.

 

Di opinione diametralmente opposta è Paolo Costa, Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, nonché ex sindaco della Serenissima, secondo il quale il transito marittimo di queste navi è compatibile e sostenibile con la città.

E poi gli armatori, che con altrettanti dati scientifici alla mano dichiarano: «Le grandi navi che transitano a Venezia rispettano le norme ambientali sia a livello nazionale sia internazionale – spiegano per il tramite della Confederazione Italiana Armatori – e i passeggeri portano benefici economici».

Benefici statisticamente evidenti, considerato l’imponente traffico giornaliero. Ma, qualcuno si domanda: “quanto costano simili benefici alla città?“.

Venezia dice basta alle navi da crociera in laguna.

 

Soluzioni? Da anni si studiano possibili alternative, nel tentativo di accontentare tutti gli attori coinvolti: il sindaco Orsoni ipotizza ad esempio un senso unico per far girare le navi solo una volta in bacino, o addirittura di trasferire il traffico a Porto Marghera, ma solo dopo approfonditi studi di fattibilità e sostenibilità.

Una proposta concreta arriva anche dal Ministro dell’Ambiente Corrado Clini che, in risposta al sindaco Orsoni, a margine del consiglio dell’associazione mondiale Città e Governi Locali Uniti (Uclg), ipotizza un terminal off-shore ad hoc per le navi dirette a Venezia: «Lo scenario che abbiamo in mente è quello di una infrastruttura esterna alla laguna di Venezia, su cui l’Autorità portuale di Venezia sta lavorando e credo anche il Comune di Venezia».

«Orsoni – ha proseguito Clini – ha ripreso uno studio che sto leggendo con attenzione. Lo sfondo è quello che ci eravamo già dati nel 1990 quando Giorgio Ruffolo cominciò ad affrontare il tema della salvaguardia di Venezia. Era molto chiaro già allora che il traffico all’interno della laguna, non soltanto delle grandi navi passeggeri ma anche delle petroliere, pone dei problemi importanti per la sicurezza dell’ambiente fisico e naturalmente della qualità dell’ambiente dal punto di vista chimico e biologico».

«Il terminal off-shore è un progetto ambizioso, molto interessante, che però dovrebbe essere considerato nel complesso della razionalizzazione dei sistemi portuali dell’alto Adriatico: Trieste, Monfalcone, Venezia e Ravenna. Credo che potrebbe essere un’ottima occasione».

Che sia la soluzione migliore?

La questione è tutt’altro che risolta: in settimana è previsto un incontro tra il Sindaco Orsoni e il Presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, per esaminare nel dettaglio la situazione ed individuare azioni fattibili.

L’attraversamento del canale della Giudecca a bordo di una moderna nave da crociera diventerà presto un ricordo?

Il dibattito è aperto: voi, cosa ne pensate?

 

Venezia dice basta alle navi da crociera in laguna.

 


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