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Venezia e Istanbul, il fascino del commercio

Creato il 09 maggio 2013 da Istanbulavrupa

La Turchia del boom economico - 2,2% del Pil nel 2012, primi dati incoraggianti per il 2013 - continua ad attrarre imprenditori e investitori italiani. Parlando a una platea di uomini d'affari che già operano sul territorio - qualche mese fa - l'ambasciatore Gianpaolo Scarante aveva in effetti sottolineato come stanno diventando sempre più numerose le missioni a carattere settoriale, regionale, locale: nel 2013, ad esempio, tra incoming e outcoming la camera di commercio italo-turca ne ha in programma in media una a settimana.

L'ultima in ordine di tempo ad arrivare a Istanbul - il 6 e 7 maggio - quella della Confindustria di Venezia, con il coordinamento prezioso dell'Ice: una delegazione imprenditoriale e istituzionale di circa 30 membri, in rappresentanza di 12 imprese operanti nei settori dell'arredamento, dell'elettronica, della portualità, del restauro, dell'agroalimentare, dell'ingegneria aeronautica. Le loro sono state giornate piene di appuntamenti. Sono stati accolti convivialmente a palazzo Venezia, in origine ambasciata proprio della Serenissima e oggi residenza istanbuliota - aperta ad eventi culturali e ufficiali - dell'ambasciatore italiano; hanno partecipato il giorno successivo a incontri con varie associazioni imprenditoriali turche, con l'agenzia di promozione degli investimenti, coi rappresentanti di Unicredit e Sace, soprattutto - in modalità bilaterale - con imprenditori turchi appositamente selezionati perché interessati a creare partenariati con l'Italia.

Il presidente dei confindustriali lagunari, Luigi Brugnaro, parlando con L'Indro ha voluto mettere in risalto la natura solidamente operativa e pionieristica della missione: "Vogliamo respirare l'aria della Turchia e ad aprire ponti come dei genieri, con la speranza di essere seguiti dalle armate". Armate di imprenditori, ovviamente: perché un po' tutti gli interlocutori della serata - anche l'ambasciatore Scarante è veneziano - ci tengono a ricordare le radici secolari dei rapporti con l'ex Impero ottomano, fatti occasionalmente di guerre anche feroci ma soprattutto di scambi di merci, di idee, di persone. L'idea del presidente Brugnaro, comunque, è che a essere scambiate debbano essere soprattutto le merci: è contrario alla delocalizzazione se non in presenza di barriere doganali, preferisce esportare prodotti realizzati in Italia

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(il resto lo leggete qui)

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