È ormai “guerra all’ultima crociera” a Venezia. Le proteste sono riesplose ieri con l’arrivo della più grande nave mai transitata in bacino San Marco, la Msc Divina: un colosso di 333 metri di lunghezza, 60 d’altezza, una stazza di 140mila tonnellate. Grida e slogan di contestazione, striscioni contro i colossi del mare, distesi fino alla Marittima, hanno accolto il passaggio del gigante.
I Comitati “No Grandi Navi”, che da mesi riservano questa accoglienza alle crociere, hanno ora dalla loro parte anche il Fai, il Fondo Ambiente Italiano. Che con la presidente regionale Maria Camilla Bianchini d’Alberigo ha chiesto lo stop definitivo alle maxi-navi a Venezia. Il Fai si chiede «come possa essere possibile un tale crescendo di devastazione, che sfida le sorti della città e della sua laguna». Ma non è contrario in assoluto alle crociere: a patto che si tratti di navi non inquinanti e con stazze «compatibili con la delicatezza dell’ambiente lagunare». Venezia però è divisa. Non tutti la pensano come gli ambientalisti. Soprattutto chi col porto e le navi lavora. Ieri, mentre la Divina terminava l’attracco al porto, il pilota di un rimorchiatore che trainava nel Canale della Giudecca un traghetto greco ha fatto sentire ai manifestanti come la pensava: «Andate al mare! Lasciate vivere chi lavora con Venezia» ha scandito l’uomo attraverso il viva-voce dell’impianto acustico del battello.
Ai dimostranti – ieri meno numerosi del solito – ha replicato anche la Venezia Terminal Passeggeri (Vtp), che gestisce lo scalo. «Non possiamo più accettare – ha detto l’ad Roberto Perocchio – critiche fatte da non esperti, affermazioni prive di fondamento tecnico e scientifico». I Comitati affermano che un solo colosso del mare inquina come i motori di 15.000 autovetture accesi assieme. «Le navi da crociera – ha risposto Perocchio – sono un vantaggio enorme per Venezia, non un danno. Specie in un momento in cui il porto sta subendo il declino del traffico mercantile». A difendere la propria nave ci ha pensato anche il comandante della Msc Divina, Giuliano Bossi. «È logico che Venezia debba tener conto dei pareri contrari – ha detto Bossi – Ma stamattina, passando con la nave in bacino, guardavo le acque sotto di noi: viaggiando a 6 nodi, la nave scivolava senza provocare la minima onda. Sono convinto che, con la dovuta attenzione ed il rispetto che meritano, Venezia e la laguna possano ospitare le navi da crociera con un impatto minimo».
Il decreto anti-inchini firmato a marzo dai ministri Clini e Passera dopo la tragedia della Costa Concordia non è risolutivo per Venezia. Ha fissato limiti sulla distanze minime tra una nave e l’altra. Ma l’estromissione dei giganti oltre le 40mila tonnellate avverrà solo quando il Comitatone per la salvaguardia dirà sì allo scavo di un canale alternativo – progettato dal Magistrato alle acque -. O quando (non prima del 2014) prenderà forma il primo modulo del porto off-shore alla bocca di Malamocco. I comitati, intanto, hanno deciso di giocare anche la carta-Sofia Loren. L’attrice è stata madrina di questa nave, battezzata Divina in suo onore. Il Comitato “No Grandi Navi” le ha inviato una lettera aperta per invitarla «a non prestarsi più con il suo nome prestigioso a coprire le ferite e i rischi che questa nave e tutte quelle simili che infliggono a Venezia e alla salute dei suoi cittadini con 2.000 inchini all’anno».
Fonte: Shippingonline