Il territorio del comune di Venezia è amministrativamente diviso in sei municipalità e si presenta nettamente diviso nelle due realtà della Venezia insulare (centro storico e isole) e della terraferma.Il centro storico di Venezia, sorge in mezzo alla laguna omonima, su un totale di 118 isolette consolidate grazie a palificazioni in legno[15], che ne hanno permesso l'urbanizzazione. Alcune di queste isole sono raccolte in gruppi organici tra di loro mentre altre risultano più disperse. L'estensione totale del centro storico, escluse le acque interne e le isole maggiori, è pari a 797,96 ettari, il che ne fa uno dei centri storici più grandi d'Italia e d'Europa. Calcolando l'estensione dell'intera I Municipalità, includendo dunque le isole della Laguna quali Murano e Burano, la superficie totale della Venezia insulare ammonta, escluse le acque interne, a 1688,91 ettari.La parte storica della città, viene tradizionalmente suddivisa in sei sestieri: Dorsoduro, Santa Croce, San Polo, San Marco, Cannaregio e Castello. I sestieri della città antica si articolano intorno alla doppia ansa del Canal Grande, la via d'acqua principale da cui si snoda una fitta rete di circa 158 canali minori.Nella laguna attorno al centro storico si trovano svariate isole edificate (alcune sono oggi disabitate). Tra le isole maggiori (che fanno parte anch'esse del comune) si ricordano Murano, Burano celebri rispettivamente per la lavorazione del vetro e dei merletti, Torcello, Sant'Erasmo, Pellestrina e la lunga e sottile isola del Lido con i suoi stabilimenti balneari.Nella terraferma, si trovano i due grossi centri di Mestre e Marghera, oltre ad altre frazioni minori. Tali centri hanno avuto un grosso sviluppo dopo il secondo dopoguerra, come sfogo per l'espansione edilizia di Venezia, che non disponeva di spazi edificabili nella laguna circostante ed hanno pertanto l'aspetto di città moderne. Nella terraferma risiedono circa i due terzi della popolazione del comune.Per quanto riguarda il rischio sismico, Venezia è classificata nella zona 4, ovvero a sismicità molto bassA
NEL VIDEO SOTTO LA MORFOLOGIA E LA CARATTERITICA DELLA FORMAZIONE DELLA LAGUNA E CITTA' DI VENEZIA .Il fenomeno dell'acqua alta è generato dalla combinazione di due fattori principali: l'alternarsi regolare delle maree unita ad una causa meteorologica composta dalla combinazione di vento e pressione atmosferica sulla massa marina;NELLA FOTO VENEZIA PALAZZO CA FOSCARI l'alta marea da sola non genera l'acqua alta: è la sovrapposizione di questi fattori che, combinandosi con la marea astronomica, porta il livello dell'acqua a raggiungere quote superiori in modo meno prevedibile. Il rialzo dell'acqua oltre il livello di marea è un fenomeno normale in un bacino chiuso come il mare Adriatico ed il vento che lo favorisce non è tanto la Bora comune a Venezia ma lo Scirocco che agisce in senso longitudinale su tutta la massa d'acqua dell'Adriatico[20]. L'escavo del Canale dei Petroli e l'approfondimento delle bocche di porto (che ha aumentato la sezione di scambio d'acqua tra laguna e mare), hanno amplificato il fenomeno, che nel passato era un evento straordinario per la città. Anche numerosi lavori di interramento (le "casse di colmata") di parti della laguna, per la realizzazione di zone industriali, hanno ridotto l'invaso lagunare e quindi modificato il comportamento delle maree.Allo scopo di contrastare il fenomeno dell'acqua alta, dal 2003 è in corso di realizzazione il progetto Mose, che consiste in una serie di barriere mobili costituite da un numero variabile di paratoie ancorate sul fondo delle bocche di porto della laguna. LA POPOLAZIONE
In occasione della festa del Patrono i Veneziani usano donare il bocolo (bocciolo di rosa) alla propria amata; sulle origini di questo dono conosciamo due ipotesi leggendarie. Venezia Palazzo Ducale Noè Una riguarda la storia del contrastato amore tra la nobildonna Maria Partecipazio ed il trovatore Tancredi. Nell'intento di superare gli ostacoli dati dalla diversità di classe sociale, Tancredi parte per la guerra cercando di ottenere una fama militare che lo renda degno di tanto altolocata sposa. Purtroppo però, dopo essersi valorosamente distinto agli ordini di Carlo Magno nella guerra contro i Mori di Spagna, cade ferito a morte sopra un roseto che si tinge di rosso con il suo sangue. Tancredi morente affida a Orlando il paladino un bocciolo di quel roseto perché lo consegni alla sua (di Tancredi, non di Orlando) amata.Orlando fedele alla promessa giunge a Venezia il giorno prima di S.Marco e consegna alla nobildonna il bocciolo quale estremo messaggio d'amore del perito spasimante. La mattina seguente Maria Partecipazio viene trovata morta con il bocciolo rosso posato sul cuore e da allora gli amanti veneziani usano quel fiore come emblematico pegno d'amore.Secondo l'altra leggenda la tradizione del bocolo discende invece dal roseto che nasceva accanto la tomba dell'Evangelista. Il roseto sarebbe stato donato a un marinaio della Giudecca di nome Basilio quale premio per la sua grande collaborazione nella trafugazione delle spoglie del Santo.Piantato nel giardino della sua casa il roseto alla morte di Basilio divenne il confine della proprietà suddivisa tra i due figli. Avvenne in seguito una rottura dell'armonia tra i due rami della famiglia (fatto che sempre secondo le narrazioni fu causa anche di un omicidio), e la pianta smise di fiorire.
ANDAMENTO DEL MERCATO IMMOBILIARE
VENEZIA. Mercato fermo, compravendite bloccate nonostante il calo dei prezzi, agenzie che lavorano in casa e chiudono gli uffici. È questo il fermo immagine che restituisce l’Osservatorio Immobiliare della Fiaip (Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari) di Venezia. Nella provincia l’anno che si è chiuso ha registrato un calo delle compravendite immobiliari del 21,90%, nel primo semestre 2013 si prevede una flessione di un ulteriore 5,40 per cento, mentre negozi e uffici hanno segnato una diminuzione, rispetto al 2011, di circa il 17%. Le cause sono legate per il 37% alle difficoltà di accesso al credito, per il 33% al prezzo troppo caro, per il 30% alla mancanza di offerta di acquisto. L’introduzione di nuove tasse, l’aumento della disoccupazione e della cassa integrazione, hanno fatto il resto.Casa. A fronte di un aumento di immobili in vendita pari al 10,50%, le compravendite hanno subito un calo del 21,90% (su una media regionale di -18,20%), nonostante la diminuzione dei prezzi _ pari all’8,40% _ sia tra le più consistenti registrate in Veneto. In calo anche il lusso: il centro storico ha registrato una flessione del 2-3 %. Venezia, poi, è fra le 3 province venete che nel 2012 ha registrato la più bassa percentuale di giovani acquirenti: il 17% del totale ha meno di 30 anni, quando la media regionale è del 21%, mentre il 57% ha un’età compresa fra i 30 e i 50 anni (la fascia più colpita) e il 26% ha oltre 50 anni. Sono le famiglie, nella misura del 45%, le maggiori acquirenti, mentre le coppie si attestano sul 37% e i single sul 18. «Il problema» spiega Roberto Loschi «sono i finanziamenti che non vengono concessi e fanno saltare l’incontro domanda-offerta, perché se anche voglio comperare una casa da 120 mila euro e me la abbassano a 100 mila, se non ho quei 40-50 mila di caparra, poco mi importa». Dunque, se le banche non concedono mutui, o lo fanno in pochissimi e rari casi all’80, 60 per cento, alla fin fine solo un 25-30 per cento di chi cerca casa riesce ad acquistarla, con l’aiuto dei genitori o perché le banche locali (più disponibili) tendono una mano. Richiestissimi gli appartamenti a 2 camere, con il 54% delle richieste.Mercato. Per quanto riguarda i valori la provincia di Venezia è assieme a quella di Belluno la più cara e dunque la forbice si allarga. Per una casa nuova nel capoluogo, i prezzi vanno da 1.550 a 10.250 euro al metro quadro (che scendono, nella punta massima, a 8mila se la casa è in buono stato e a 6.200 se è da ristrutturare), mentre negli altri comuni sono compresi fra i 1.200 e i 5.750.Affitti. È andato meglio il settore delle locazioni, in ripresa rispetto all’anno precedente: il numero delle transazioni è infatti aumentato del 3,10%, mentre l’andamento dei prezzi ha registrato un -3,80% sul 2011 e le previsioni parlano di un’ulteriore discesa dell’1,40%. A Venezia l’affitto annuo di un appartamento di 50 metri quadri varia fra 4.800 e 9.050 euro, per un appartamento di 90 metri la forbice oscilla tra i 6.300 e i 12.700 euro. Prezzi che, ovviamente, scendono negli altri comuni di terraferma, dove per l’affitto di 50 metri quadri la forbice varia tra 4mila e 6.600 euro. «Ci sono difficoltà evidenti» spiega Loschi «che nemmeno il calo del prezzo riesce a contrastare, ma non siamo di fronte a una bolla immobiliare. Ci vorrebbe un cambio di mentalità, un’inversione di tendenza legata al recupero dell’esistente. Ma prima di tutto sarebbe necessario che le Banche capissero che stringendo i cordoni della borsa, anche in presenza di requisiti sufficienti, non fanno che bloccare un mercato già in affanno: ormai la gente è talmente scoraggiata che il mutuo non prova più nemmeno a chiederlo. Serve una politica della casa più attenta, bisogna agevolare le ristrutturazioni».da nuovavenezia.it 30 maggio 2013 SOTTO PALAZZO CAFOSCARIE 'La città che soffre di più è Venezia. Ma in tutta Europa il settore, reo secondo gli economisti di aver distrutto l’economia mondiale, soffre. Non sono qui da noi.Fine di un’epocaIl crollo del comparto immobiliare e delle costruzioni, il cui ciclo è connesso a doppio nodo al ciclo del credito, è stato il primo segno della fine di un’era. Anche in Italia, un Paese dove non si può parlare, come in altri, dell’esplosione di una bolla che aveva drogato la crescita degli anni precedenti, la caduta è stata rovinosa e, ad oggi, densa di conseguenze per gli effetti di avvitamento che rischia di avere per l’intera economia.45 miliardi bruciati Il bilancio di cinque anni, tra minuscoli segni di ripresa, che avevano dato speranze nel 2009 nella fine della discesa, e il nuovo crollo intervenuto negli ultimi due anni, è solo l’ultima disfatta.Sono 45 i miliardi di euro persi, un terzo del valore perso fino al 2012, con la prospettiva di un 2013 che non andrà molto meglio.Inoltre, nel 2006 le compravendite erano state poco più di un milione di case, oggi sono ridotte a 530 mila. Dimezzate, dunque.I prezzi sono stati tagliati di un terzo, in Italia e nelle grandi città. Circa mezzo milione di invenduto nelle nuove costruzioni tra i 60 e i 70 miliardi di euro fermi. Riprendere tutto con questo arretrato è cosa ardiua. A ciò si aggiunga una caduta di investimenti nel settore delle opere pubbliche, e il quadro (tragico) è completo. SOTTO L'AFFASCINATE SCORCIO DEL CANAL GRANDE
Cercasi acquirente per il grand-hotel Molino Stucky di Venezia VENEZIA 5 GIUGNO 2013 Le banche sono pronte a vendere il grand-hotel Molino Stucky di Venezia. Il Molino Stucky appartiene della società Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone ed è gestito dalla catena Hilton come albergo a 5 stelle.Per far fronte ai debiti con le banche, il gruppo Acqua Marcia (ormai sotto la cura del Tribunale) deve vendere le sue proprietà alberghiere in giro per l’Italia e quindi anche l’albergo a Venezia. Sul mercato immobiliare, il Molino Stucky (300 camere, tre ristoranti e una spa) potrebbe valere circa 300 milioni di euro.Il gruppo Acqua Marcia ha un'esposizione verso gli istituti di credito che ammonta a circa 900 milioni di euro e coivolge Banca Etruria, Monte dei Paschi, Bnl, Popolare di Vicenza, Popolare di Milano, Carige, Banco Popolare, Unicredit e Intesa-San Paolo e altri 16 istituti.La crisi di Acqua Marcia (attiva in quattro settori, turistico, immobiliare, aeroportuale e porti turistici) è avanzata di pari passo con le vicende di Francesco Bellavista Caltagirone, arrestato dalla Guardia di Finanza di Roma per l’indagine relativa al porto di Fiumicino. Le accuse nei suoi confronti sono di frode in pubbliche forniture, appropriazione indebita e trasferimento fraudolento di denaro a terzi. TRATTO da ilsole24 ore.it del 5 giugno 2013.
NEL GRAFICO SOTTOSTANTE LA TENDENZA DEI PREZZI A VENEZIA ULTIMO BIENNIO TRATTO DA IMMOBILIARE.IT
POLITICA locale ; Giunta comunale DI Venezia Orsini fa il BIS. VENEZIA 30 MAGGIO 2013 due nuovi assessori parteciperanno per la prima volta alla giunta «Orsoni bis», dopo che il rimpasto e il cambio di deleghe è stato ufficializzato ieri mattina. Mancava alla conclusione del puzzle il «sì» di Angela Vettese, critica d’arte, docente Iuav e presidente della Bevilacqua La Masa, la Fondazione dei giovani artisti veneziani nominata da Cacciari nel 2007, confermata da Orsoni nel 2010. «Sì» arrivato in tarda serata di mercoledì, dopo un incontro con il sindaco alla Fondazione Cini. Squadra completa, dunque, dopo le incertezze delle ultime ore che davano per certa la nomina di una docente di Ca’ Foscari di Economia del Turismo, Monica Calcagno. La professoressa ha detto «no» per motivi personali, così il sindaco è tornato sulla prima ipotesi Vettese. A lei andranno da oggi le importanti deleghe di Cultura e Turismo. Due settori che vanno rilanciati e governati. Vettese avrà meno di due anni di tempo per impostare programmi, incontrare associazioni e realtà del territorio, coniugare la vocazione internazionale di Venezia con la produzione culturale locale oggi in sofferenza per mancanza di fondi e di attenzione.La seconda faccia nuova, almeno per incarichi di giunta, è quella di Alfiero Farinea, avvocato con studio a Mestre, esperto di tematiche ambientali. Si occuperà di Politica industriale e dello Sportello unico, con particolare riferimento al rilancio di Marghera. Area Pd, aveva partecipato alla primarie del partito con Casson, poi alle primarie per il sindaco da dove si era ritirato. Dal 2010 è presidente di Ive, l’Immobiliare veneziana, dove aveva sostituito proprio Ezio Micelli, l’assessore tecnico silurato qualche giorno fa.Sarà anche la prima giunta con le nuove deleghe agli altri assessori che restano in squadra. Anche qui, marcia indietro rispetto alle dichiarazioni iniziali. Si scende a dieci, poi a otto. Alla fine si resta a 12. «Colpa dei partiti», accusa il sindaco. Che definisce la sua squadra «più forte» dopo questa girandola di incarichi. Le novità maggiori riguardano il Pd,. Che «aumenta il proprio peso», come ha commentato il capogruppo Claudio Borghello. L’assessore ai Lavori pubblici Alessandro Maggioni acquista anche il Patrimonio, Andrea Ferrazzi l’Urbanistica e l’Edilizia privata – altro settore bisognoso di cure urgenti - cedendo la Pubblica Istruzione a Tiziana Agostini e lo Sport a Roberto Panciera (Udc), che mantiene le regate. Piefrancesco Ghetti, ex rettore di Ca’ Foscari dato in bilico è stato poi «salvato» insieme a Bruno Filippini dall’ultimatum dei due consiglieri Idv. Intanto Borghello rimanda al mittente le accuse ricevute da Paruzzolo. «Forse il destinatario è sbagliato», dice Borghello, «noi lo abbiamo sempre sosteneuto». Le polemiche non si placano, in particolar modo dalle opposizioni. «Manfrina inutile», l’ha definita il capogruppo de Pdl Michele Zuin. Duro anche Sebastiano Costalonga (Fratelli d’Italia): «Il sindaco spieghi in Consiglio». Scettico il Gruppo Misto. «Quello che occorre è un rilancio dell’azione di governo, affrontare i tanti problemi della nostra città», dice Renzo Scarpa. La nuova giunta andrà adesso alla prova del fuoco già lunedì in Consiglio. Oggi prima seduta con i nuovi arrivati, poi i provvedimenti sulle priorità di programma (lavoro, turismo, decoro, progetti e cantieri in terraferma). Si faranno anche i conti della fiducia. La maggioranza di Orsoni può contare oggi su 26 consiglieri su 47 (Pd, Idv, Psi, In Comune, Udc, Sinistra), due sopra la maggioranza. Udc e Idv sono recuperati, ma adesso è il Psi ad annunciare battaglia.tratto da nuova Venezia 30 maggio 2013
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