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Venezia-Russia, polemica sull’università Ca’ Foscari

Creato il 19 maggio 2014 da Justnewsitpietro

Venezia-Russia, polemica sull’università Ca’ Foscari
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Sta suscitando polemiche il conferimento a Vladimir Medinsky, ministro della Cultura russo, della carica di professore onorario consegnata ‘a domicilio‘ dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. A destare scalpore, infatti, sono anche le modalità: pochi giorni fa, di nascosto, il prorettore Silvia Burini è volata a Mosca per consegnare l’onorificenza al ministro, impossibilitato a venire a Venezia per sopraggiunti impegni istituzionali. Un caso di onorificenza a domicilio del tutto inedito, anche perché il nome di Medinsky è stato taciuto sino a pochi giorni fa.

Davanti alla tv di Stato russa, Medinsky appare orgoglioso della mantellina nera bordata di rosso che indossa. Ma chi è, nello specifico, questo Medinsky? Un nazionalista, convinto sostenitore dell’annessione della Crimea e esponente di pregio della politica anti-europeista intrapresa da Putin e dalla Russia.  Ha infatti realizzato un documento sulla ‘concezione statale della cultura’ in cui si propone di limitare l’accesso alla cultura occidentale, tendenzialmente tollerante e multiculturale, in favore dei cosiddetti valori tradizionali russi. Da qui alla dittatura il passo è molto, troppo breve. Pochi giorni fa Medinsky ha licenziato il curatore russo della Biennale dell’architettura, Grigory Revzin, perché aveva manifestato il proprio dissenso sull’annessione della Crimea.

Da qui alla repressione dell’omosessualità attraverso la legge – contestatissima – contro la propaganda, che vieta qualsivoglia manifestazione artistica e non sul tema (cinema, libri, televisione, scuola, teatro, strada). La speranza è che attraverso questa linea-guida non nascano più omosessuali?

Silvia Burini, intervistata sul caso, ha ammesso che si è trattato di un “atto politico”. Ca’ Foscari ha un centro di studio dell’arte russa, il Csar (diretto proprio dalla Burini, toh), che ha intessuto ottimi legami con Mosca: ha ospitato l’ex first lady Svetlana Medvedeva e alcune mostre ed esposizione sponsorizzate da oligarchi vicini al governo russo. Sebbene negli scritti del ministro russo siano stati raccolti numerosi esempi di plagio, la Burini ha raccontato ai media russi che nella sua università gli studenti studiano i libri di Medinsky e che la protesta contro la nomina sarebbe rimasta circoscritta e relativa a quei “soliti studenti che contestano tutto. Gli studenti veri non avrebbero potuto esprimersi perché le lezioni sono finite”.

Molti intellettuali russi hanno firmato una lettera aperta sul caso. Sulla stessa linea d’onda si sta muovendo Venezia: si stanno raccogliendo le firme dei docenti e del personale dell’università e gli stessi studenti, quelli che non “ci sono”, hanno firmato un appello per garantire maggior chiarezza sul caso.

In Russia, nel frattempo, hanno già strumentalizzato la vicenda: “Altro che sanzioni, l’Europa sta abbandonando la sua politica tollerante perché vuole imparare da noi“.

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