The Smell of Us
ore 8,45: The Cut di Fatih Akin. Venezia 71-Concorso. Voto 5
Un film sul genocidio degli armeni lo si aspettava da tempo immemorabile. È arrivato, eccolo, ed è importante che ci sia, che lo vedano in molti, che circoli il più possibile. Ancora più impotante che a girarlo sia stato Fatih Akin, tedesco di origine turca, cosa che di sicuro lo esporrà a parecchie critiche dalle parti del Bosforo e dell’Anatolia, dove il massacro è ancora un tabù nazionale. Ecco, ho fatto la doverosa premessa. Continuo dicendo invece che The Cut, che molto prometteva, ha parecchio deluso. Un lungo racconto tra l’epico e il melodrammatcio centrato su un giovane armeno che miracolosamente sopravvive, ma che perde le tracce della moglie e delle due figlie gemelle. A guerra finita comincerà a cercarle, in un viaggio infinito tra Siria e Turchia, e poi a Cuba e negli Stati Uniti. Un romanzo popolare in cui Akin pigia troppo sul mélo senza risparmiarsi e risparmiarci nulla. Un prodotto che mi pare inevitabilmente destinato alla platea televisiva. Dal telentuoso Fatih ci si aspettava molto, molto di più.
ore 11,30: Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Venezia 71-Concorso. Voto tra il 7 e l’8
Saverio Costanzo realizza un gran film e si candida a un premio. Implacabile ritratto di una giovane coppia a New York, lui americano lei italiana. Tutto sembra funzionare bene, finché lei non sprofonda progressivamente nell’ossessione integral-naturalista. Hanno un bambino, ma lei non si fida dei farmaci e dei medici tradizionali, lo nutre a modo suo facendogli mancare le proteine. Finché la situazine precipita e il bambino rischia di morire. Si deve decidere, e qualcuno deciderà. Anche un thriller avvincente.
ore 14,45: Belluscone. Una storia siciliana di Franco Maresco. Orizzonti. Voto 5
Arrivato già circonfuso dell’aureola del capolavoro, della Grande Opera Imperdibile di un autore appartato e molto speciali come Maresco. Tutti in deliquio, tutti in ginocchio di fronte al film, critici e pubblico. Spiacente, non sono d’accordo. Un non-film che affastella materiali che non si organizzano mai in una narrazione coerente. Mi pare (mi pare) che l’intenzione fosse di perlustrare il legame forte che c’è sempre stato tra la Sicilia e Berlusconi. Le ben note faccende di Mangano e Dell’Utri, ma anche il massiccio consenso popolare. Cose che, scusate, abbiamo sentito quel miliardo e mezzo di volte. Non era il caso di andare un po’ più sulla sotsnaza diciamo così antropologica di quello strano amore? Maresco mette in campo e in scena di tutto, e io non ho mica capito da che parte vada a parare. Cantanti neomelodici e il loro impresario su piazza palermitana, le solite interviste a gente qualunque che di mafia non vuole neanche parlare, materiali di repertorio, berlusconismi vari. Più Tatti Sanguineti che a Palermo cerca di incontrare Maresco senza riuscirci. Lampi di genialità, momenti assolutamente irreristibile. Sì, ma basta?
ore 17,00: The Smell of Us di Larry Clark. Giornate degli autori. Voto 7
“Il film che volevo fare da vent’anni, il migliore della mia”, ha detto Larry Clark. Che ovviamente srimette in scena i suoi feticci e le sue ossessioni di sempre, vale a dire adolescenti, ragazzi e ragazzi, belli e perversi. Angeli caduti, angeli corrotti. In una Parigi che potrebbe essere un qualsiasi altrove, un branco di skaters che come seconda attività c’ha quella del sesso compulsivo. Singolo, a due, di gruppo. Un baccanale continuo. Corpi che si toccano, si intrecciano, sessi indistinti. Lui e lei, lui e lui. Dioniso è tornato, e ha la faccia di questi ragazzi perduti. Che scopano e fanno video mentre scopano per poi farli girare tra amici e su Youtube. Che si prostituiscono online e dal vivo, con uomini e donne mature (è un garbato eufemismo). Poi qualcosa accadrà, e non sarà bello. Con Larry Clark il sospetto del voyeurismo e della glamourizzazione c’è sempre. Ma bisogna ammettere che ci sa fare e in questo film sa piazzare momenti di cinema vero, e scene lancinanti che non dimentichi. Sala Perla strapiena.
ore 20,00: Nymphomaniac Volume II (long version) – Director’s Cut. Di Lars Von Trier. Fuori concorso. Prima mondiale. Voto 6 e mezzo
Ormai per completare Nymphomaniac mancava solo la versione integrale della seconda parte. Eccola qui a Venezia in prima mondiali. Con cinquanta minuti in più rispetto a quanto avevamo già visto, e non è poco. Parecchio sesso esplicito aggiunto. Ma la nività vera è costituita dal lungo, scomvolgente espisodio dell’aborto che la protagonista Joe si procura da sola in casa. Nulla ci viene risparmiato, in una delle sequenze più toste della storia del cinema, e non sto esagerando.