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Venghino siori venghino

Creato il 14 aprile 2014 da Antonio
Venghino siori venghino Lui è veloce, scattante e poi è giovane, giovanissimo, praticamente non è ancora nato, è venuto dal futuro per avvisarci che terminator potrebbe conquistare il mondo. La sua tastiera batte come la batteria di Stewart Copeland dopo il morso della taranta, pensa in multitasking e nelle vene scorre sangue e carisma da capo. Vuole uno Stato giovane come lui e snello come un atleta pronto per i cento metri. Lascia di stucco tutti con il suo scatto, una riforma al mese, tanto pochi porteranno la conta. Via le auto blu, benissimo, ma non una parola sugli autisti che non si sa cosa faranno, via le province, benissimo, ma se le conti sono sempre centodieci e poi i dipendenti, cosa ne facciamo dei dipendenti? La battuta è rapida, fulminante, come le dita di un prestigiatore. Le promesse sono tante e con data annessa. Tra qualche giorno arriveranno nelle tasche degli italiani 8 bei bigliettoni da 10 euro a certificare che il nuovo vate è un uomo di parola, Letta ne sa qualcosa. #italianostaisereno e se si perde ancora un pezzo di stato sociale, italiano guarda attentamente tra una banconota e l'altra che riceverai, dovrebbe essercene rimasto un po' lì in mezzo. Lui è nuovo, nuovissimo, praticamente appena assemblato. Una porzione di comunione e tanta liberazione, gavetta quanto basta per farsi un nome, democrazia cristiana ben oliata, arrivismo in abbondanza, prepotenza da bulletto di periferia come se piovesse, craxismo di risulta, berlusconismo senza genitali in fibrillazione e infine una spruzzata di progressismo. Di istituzioni non sa nulla ma compensa l'ignoranza con la presunzione e l'arroganza. Guai a rivolgergli critiche, reagisce con stizza perché lui è giovane e chi critica è vecchio, lui è nuovo e chi critica è stantio, lui è veloce e chi critica è lento e poi lui vince e tana libera tutti. Ah la critica! Non piaceva all'avanzo di galera, non piace a Grillo e non piace neanche al nuovo che è avanzato.  Non piace a nessuno la critica, sarà perché la critica, quella vera, solitamente supera i 140 caratteri e ultimamente il pensiero ruba tempo all'azione. O era una cosa vecchia? Alle domande risponde con un lungo monologo. Ricorda qualcuno? Maestro della circonlocuzione e virtuoso dell'anacoluto. Tante donne al governo, bene. Tanti giovani al governo, benissimo. Ma se guardi dentro al pensiero politico resta aria fritta. Assetto istituzionale? troppo complicato, semplificare, semplificare. Equilibrio dei poteri? adesso comando io e sto in perfetto equilibrio. Stato sociale? ancora con questo vecchiume! Rileggo qualche vecchio post di quando c'era lui e mi rendo conto che quanto dovrei dire l'ho gia detto. Mi consolo leggendo qualche articolo che naturalmente consiglio, ma sono tutte opinioni di vecchi "professoroni" noti per essere conservatori di destra! Tutta gente che non ha mai perso l'abitudine di dire che il re è nudo e solitamente stanno antipatici a tutti gli ur-fascisti.
Luciano Gallino, “Progetto vecchio e pericoloso”. Gallino boccia il Job Act.
Marco Revelli, La retorica di Callicle contro i professori.
Stefano Rodotà, Le riforme pericolose.
Roberta De Monticelli, Riforme, l’insofferenza ai critici e le colpe degli intellettuali.
Gustavo Zagrebelsky, Riforme, Zagrebelsky: “Non ci mettiamo in gioco? Il premier ci ascolti, ho una proposta”.


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