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“Vengo dopo cena”. Un’espressione ricorrente

Da La Sphiga Di Grano @LaSphigadiGrano

“Vengo dopo cena”. Un’espressione ricorrente
Questo fine settimana per la prima volta mi sono fermata a riflettere a lungo sul mio comportamento e sul comportamento degli altri nei confronti della mia intolleranza permanente al glutine. Non uso malattia perché non l’ho mai percepita come tale, anzi fui molto contenta al momento della diagnosi di scoprire che anche il gastroenterologo la pensava come me e definì la celiachia come condizione.
Quindi ho riflettuto sulla mia condizione (permanente) di celiaca, sul modo di rapportarmi con gli altri e sul modo che hanno gli altri di rapportarsi con me. La “colpa” come avrete capito dall’immagine è della pizza, o meglio di una pizzata con gli amici.
Faccio una premessa: di solito nel mio gruppo di amici e conoscenti le persone sono piuttosto attente, alcune in particolare si divertono pure a sperimentare piatti appositamente per me. O cucinano per tutti senza glutine (per esempio la parmigiana senza glutine per tutti) oppure fanno due versioni. L’apprezzo molto perché il più delle volte i risultati sono davvero buoni, ma anche quando non lo sono solamente il gesto mi fa sentire considerata e accettata.

Torniamo al dunque. L’espressione su cui ho insistito durante la riflessione è stata appunto “Vengo dopo cena”. E ora vi spiego il perché. Utilizzo l’espressione molte volte e ho notato che viene fuori in particolare nei seguenti casi:

- per declinare in modo gentile un invito a cena1 – Quando sono invitata a casa di persone che so essere poco informate sulla celiachia e che potrebbero quasi sicuramente contaminare gli alimenti. La stessa cosa vale se si tratta di ristoranti, pizzerie etc…
- per declinare in modo gentile un invito a cena2 – Quando sono invitata a una cena o festa dove il menù è costituito solo e soltanto da alimenti pieni zeppi di glutine. Idem nel caso in cui la festa sia in ristoranti o in altri locali.
- per declinare in modo gentile un invito a cena3 – Quando ho cucinato tutto il pomeriggio un intero menù senza glutine (dolce compreso) e non uscirei di casa nemmeno se si presentasse alla porta James Franco (o forse in quel caso sì :D )
- in altri casi uso la formula “vengo dopo cena” se sono a dieta, se non mi piace il locale in genere, se insomma, ho di meglio da fare.

La decisione di scrivere questo piccolo post è nata e maturata tra venerdì e domenica. Il perché è semplice: sabato era stata organizzata una grande pizzata per il compleanno di uno dei miei amici. Ho aspettato un po’ a dare conferma perché ancora non avevo deciso come muovermi: se preparare l’impasto qui e portarmelo dietro, se comprare una di quelle pizzacce congelate, se dire come poi ho fatto “vengo dopo cena”. Apro una piccola parentesi (il vengo dopo cena è un po’ generico, di solito vuole dire che mangio a casa e quindi vengo dopo aver cenato).
Insomma alla fine mi ero pure dimenticata di rispondere al messaggio. Fatto sta che lui mi ha scritto di nuovo proponendomi di portarmi una pizza senza glutine surgelata e di metterla nel forno a legna prima di cuocere tutte le altre.

In realtà prima che me lo chiedesse sapevo già che sarei arrivata in ritardo con il mio fidanzato e quindi il problema non si è posto perché dicendo semplicemente “Vengo dopo cena” anzi, “Veniamo dopo cena” la questione è si è conclusa.

Ho provato a riflettere sulla mia disponibilità, forse non è così “giusto” portarmi dietro la pizza o la pasta. Mi spiego meglio ricorrendo a un esempio e vorrei che anche voi mi diceste che cosa ne pensate. Ho un’amica che è allergica al formaggio. Ecco, se la invito a casa mia guardo bene di cucinare un menù che sia adatto anche per lei  o che ci siano alcuni cibi adatti anche a lei. Ci sono centinaia di alimenti privi di lattosio o caseina, mangiamo la carne, il pesce, le verdure, il riso, il mais, i legumi. Mi sembrerebbe una cosa abbastanza dispettosa cucinare fondute, caprese, parmigiane di melanzane, torte con la ricotta oppure pizze ai quattro formaggi. No? Mi sembrerebbe ancora più assurdo preparare piatti del genere e poi chiederle: ti va bene se per il mio compleanno ti porti la tua pizza senza mozzarella, la metto in forno prima delle altre?

Insomma questo per farvi capire che purtroppo ci sono persone che non ti capiranno mai fino in fondo. E che non è il caso nemmeno di aprire la discussione, perché purtroppo c’è chi ci arriva e ama cucinare, c’è chi ci arriva, non ama cucinare ma ha buon senso e c’è chi non ci arriva e basta, ma lo accetti così com’è. Forse l’essermi portata qualche volta la pizza surgelata da casa ha fatto passare il messaggio “questa si organizza da se, bene. Meno rotture di coglioni” oppure a volte le persone sono pigre, sono poco informate, hanno paura di contaminare gli alimenti etc…
La serata è stata comunque piacevole, anche se non è stato facile vedere tutte quelle belle pizze uscire dal forno e farcirle mentre gli altri le mangiavano (già perché poi mi piace cucinare e ho deciso di dare una mano).

La questione mi pare complessa per questo concludo questo lunghissimo post lasciando a voi la parola. Voi come fareste in questi casi?

p.s.: nel frattempo domenica sera avevo una voglia estrema di pizza e ho deciso di farmela. A breve il post!


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