Magazine Talenti

Vent’anni (buttati?) a giocare a Championship/Football Manager

Da Messersottile @messersottile

Correva l’anno 1992 quando i fratelli Paul e Oliver Collyer, nella loro cameretta a Shropshire, programmavano la prima versione del loro videogioco manageriale: Championship Manager. I due fondarono la Sports Interactive e commercializzarono la prima rudimentale versione di CM, programmata in Basic, con un’interfaccia grafica quasi inesistente e i nomi dei giocatori inventati. Il gioco uscì inizialmente per Amiga e Atari ST, presto seguito dalla versione per PC. Il gioco venne accolto senza troppo entusiasmo, va riuscì comunque a varcare i confini britannici con una versione per il mercato norvegese, una francese e la prima versione italiana.

Vent’anni (buttati?) a giocare a Championship/Football Manager

Il successo non esaltante della prima versione del gioco non scoraggiò i due fratelli, che ci riprovarono l’anno successivo (1993) con Championship Manager 93, questa volta programmato in C e con i nomi dei giocatori reali. Championship Manager 93/94 fece il proverbiale “botto” conquistando fette sempre più importanti di mercato e costruendosi una solida base di fan. Il motore di CM93 faceva da base anche per la versione italiana, passata alla storia come CMITA.

In quegli anni difficili di transizione tra le medie e le superiori (brufolazzi, tapparella e via dicendo…) il dischetto di CMITA entrò nelle nostre case con forza dirompente. Si macinavano campionati su campionati (all’epoca il gioco era ancora abbastanza veloce e il tempo libero non mancava di certo), si inseguivano i grandi colpi di mercato e si scoprivano le squadre rivelazione: quell’Atalanta di giovani fenomeni con Pavan, Tresoldi e Montero in difesa, Locatelli, Morfeo e Tacchinardi a centrocampo, Ganz, Rambaudi e il compianto Federico Pisani in attacco poteva tranquillamente oscurare il Milan degli Olandesi.

Vent’anni (buttati?) a giocare a Championship/Football Manager

C’era anche un Alemao sul viale del tramonto, in quell’Atalanta delle meraviglie

La prima versione di CMITA ci causò una dipendenza tale che sembrava quasi un peccato passare a CM2, uscito nel 95 e sfruttato per le edizioni 96/97 e 97/98. Ormai la vista e buona parte dei neuroni ce li eravamo bruciati fissando le barre del possesso palla che sfrecciavano avanti e indietro, mentre si premeva ossessivamente la barra spaziatrice per velocizzare il gioco.

Appena il tempo di abituarsi e arriva Championship Manager 3, nelle sue tre edizioni 99/00, 00/01 e 01/02. Nel frattempo in Italia il gioco veniva ribattezzato Scudetto, ma per noi era sempre il vecchio CM. L’edizione 01/02 raggiunse un successo devastante, complice il miglior bilancio mai raggiunto fino ad allora tra varietà e ampiezza delle funzioni di gioco e compatibilità con hardware più o meno datati. CM0102 ha ancora oggi molti fan ed è stato rilasciato come freeware nel 2008. Nel frattempo i fan del gioco avevano iniziato a contribuire alla ricerca dei giocatori per il database, con il risultato di avere un’archivio sempre aggiornato e dettagliatissimo, con l’aggiunta di qualche elemento a sorpresa. Il fenomeno portoghese Tò Madeira rimane un vero e proprio mito per i fan di CM.

Vent’anni (buttati?) a giocare a Championship/Football Manager

Le caratteristiche di Tò Madeira. Foto non disponibile perché… non è mai esistito!!

Come spesso accade, dopo l’apice del successo arriva un’inevitabile flessione. Calcisticamente parlando “la fine di un ciclo”. CM4 non riuscì a convincere i fan, troppo pesante da far girare, troppi bug. Arriva la visione dall’alto del campo durante la partita, al posto della classica telecronaca testuale, ma non se la fila nessuno. Ci sono quaranta campionati giocabili, “si vabbè ma vuoi mettere CM0102″?

Insomma, inizia la parabola discendente e, come da manuale, lo spogliatoio si spezza. Sports Interactive divorzia dal publisher Eidos e firma con SEGA per rilanciare il gioco: SI mantiene il codice, il database e i programmatori del gioco, Eidos tiene il nome e l’interfaccia. Indovinate chi la spunta? E’ un po’ come se io mi tengo i giocatori, l’allenatore e gli schemi di gioco, voi prendete il nome della squadra e le magliette, poi giochiamo la partita.

Vent’anni (buttati?) a giocare a Championship/Football Manager

Il team di Eidos non si spiega lo scarso successo dell’operazione

Da qui in poi l’eredità di CM passa a Football Manager (il nuovo marchio scelto da SEGA), l’altro Championship Manager (quello di Eidos) cerca di tenere il passo, ma sparisce rapidamente dalla scena. Oggi Championship Manager è un gioco per smartphone, l’ultima edizione è del 2010, credo.

Nel frattempo, alla SEGA, Football Manager (il buon vecchio CM si trasforma in FM) raccoglie un successo dopo l’altro. Viene introdotta, questa volta con successo, la visuale 2D delle partite, si può interagire con la stampa, con i giocatori, le opzioni si moltiplicano e il database ormai contiene diversi fantastilioni di giocatori.

L’interfaccia di gioco viene semplificata nell’edizione 2010, l’ultima versione a portare cambiamenti di grossa portata nel gioco. Il numero di opzioni per gli allenatori virtuali è ormai mostruoso e una razionalizzazione è d’obbligo. Nel frattempo la visuale della partita diventa treddì, negli anni successivi arriveranno anche le partite in notturna, la neve e la pioggia. Nel frattempo qualche critica arriva (è meglio quest’anno, era meglio l’anno scorso, non è cambiato un quarzo, ti pirato i DRM ecc. ecc.) ma FM non ha rivali sul mercato di manageriali di calcio e raccoglie record di vendita ogni anno.

Vent’anni (buttati?) a giocare a Championship/Football Manager

La nazionale del Kiribati è una delle novità fondamentali del 2012

Tutta questa rapida carrellata mi porta a un dilemma esistenziale. Che faccio, lo gioco il 2013? No perché ci sono delle novità belle grosse dicono. C’è anche una modalità “classic” che è pensata proprio per chi non ha più tanto tempo da perdere a guardare 22 omini, per di più finti, che corrono dietro a un pallone, magari sbraitando come se ci fosse la partita vera in tivù. La proverei volentieri la modalità classic, anche se poi c’è il rischio di essere sfottuti da chi gioca in modalità “gente seria”. Eh si, perché saranno anche passati vent’anni, ma quelli che giocavano con l’Atalanta nel ’94 sono ancora tutti lì che ti aspettano al varco, per farti notare che loro hanno già vinto la Champions mentre tu arranchi a metà classifica.

La risposta a questi dubbi è dentro di me, è sbagliata, ma so che non avrò altra scelta.



Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Magazines