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Vent’anni di Russia

Creato il 01 maggio 2012 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
Vent’anni di Russia

Nel dicembre 1991 gli Accordi di Belaveža e i Protocolli di Alma Ata sancivano lo scioglimento dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Il giorno 12, con la ratifica da parte del Consiglio Supremo, nasceva ufficialmente la Federazione Russa indipendente. A distanza di vent’anni da quegli eventi cruciali non solo per i destini d’una nazione, ma per il mondo intero ed i suoi equilibri geopolitici, l’IsAG ha scelto di dedicare il primissimo numero della sua rivista Geopolitica all’analisi di quelli che sono stati i primi tormentati due decenni di vita della Federazione Russa, quale lo stato attuale e quali le prospettive per il futuro. Proprio mentre, dopo due delicati eventi elettorali vissuti nei mesi scorsi, Vladimir Putin si appresta a reinsediarsi al Cremlino.

Il primo numero di Geopolitica, intitolato Vent’anni di Russia, è in distribuzione a partire dal 3 maggio 2012. Il volume consta di 272 pagine, che contengono 26 articoli firmati da autori anche di rilevanza internazionale, numerose illustrazioni e le cartografie accuratamente realizzate da Lorenzo Giovannini. Il prezzo di copertina è di € 22, ma si può risparmiare il 20% sottoscrivendo un abbonamento annuale: si riceveranno comodamente a casa propria i 4 numeri del primo volume (2012) di Geopolitica al costo di € 70,50 (anziché € 88).

Il numero è composto da tre sezioni. E’ infatti aperto dall’Editoriale firmato dal direttore Tiberio Graziani, intitolato La Federazione Russa alla prova del multipolarismo. Il direttore Graziani sottolinea l’importanza dell’azione russa nel Mediterraneo e in Asia Centrale per gli equilibri del mondo tutto, ed in particolare per la strutturazione del nascente ordine multipolare. Non dimentica poi le sfide di modernizzazione interna che attendono il neo-presidente Vladimir Putin. Il contenuto monografico del numero, dedicato al ventennale russo, è concentrato nella sezione Focus, che raccoglie 22 contributi. I restanti 3 articoli, che non sono inerenti al tema centrale del numero, si trovano nella sezione Orizzonti: una finestra che rimarrà costantemente aperta sul più ampio mondo in ciascun numero monografico; una breve ma importante divagazione dal tema cui è consacrata ciascuna uscita.

Geopolitica vuol descrivere, avvalendosi dei contributi tanto d’esperti quanto di giovani ma validi studiosi, il panorama politico internazionale. Per nulla dimentico della sua finalità sociale, e dell’importanza del dibattito e confronto sulla politica estera, l’IsAG ospita nella sua rivista anche commentari e articoli operativi firmati da addetti ai lavori ed autorità riconosciute. Ciò malgrado, l’ambizione è anche quella di fare di Geopolitica la rivista di riferimento del settore negli ambienti accademico e scientifico. Da qui la scelta Il marchio della Revisione Paritaria in uno degli articoli di questo numerodi dare spazio in ogni uscita ad un certo numero di studi valutati e raffinati secondo il metodo della revisione paritaria, standard scientifico internazionale. Gli articoli che sono passati per la peer review sono contrassegnati da un apposito logo, per renderli riconoscibili. La revisione paritaria è una garanzia di correttezza dei contenuti e scientificità del metodo per tutti i lettori, non solo accademici.

Com’è ovvio visto il tema del numero, molti sono i contributi da parte d’autori russi. Tra loro c’è anche la prestigiosa firma di Aleksandr V. Gruško, vice-ministro degli Affari Esteri, che per Geopolitica ha redatto un intervento esclusivo in cui parla dei rapporti tra la Russia e l’Unione Europea, che sono eccellenti ma dalla dimensione economica devono riuscire a trascendere maggiormente in quella politica.
Del rapporto russo-europeo e della sua rilevanza per gli equilibri mondiali parla anche Natalija A. Naročnickaja, presidentessa del Institut de la Démocratie et de la Coopération di Parigi, storica e diplomatica, che ha servito nella recente vittoriosa campagna elettorale presidenziale di Vladimir Putin: alla professoressa Naročnickaja è stato anche affidato l’onere d’affrontare il dibattito televisivo con l’altro candidato Vladimir Žirinovskij.

Esponente della dirigenza russa è anche Armen G. Oganesjan, direttore della rivista del Ministero degli Affari Esteri. Oganesjan ha voluto trattare di come la recente revisione della strategia statunitense, annunciata dal presidente Barack Obama, influisca sulla Russia. Washington sposta il proprio focus verso il Pacifico, ma la Russia è anche una potenza dell’Oceano Pacifico.

Una delle cartografie contenute in questo numero

Vagif A. Gusejnov, direttore dell’Istituto di Valutazione e Analisi Strategica, ha invece discusso di quali conseguenza abbiano avuto sul piano strategico questi vent’anni senza URSS, in cui in particolare la Russia ha perso posizioni militari rispetto ai suoi vicini, NATO e Cina.

Hanno portato il loro contributo a questo numero anche alcuni dei maggiori esperti italiani dell’area. L’ex ambasciatore Sergio Romano ha concesso una lunga intervista esclusiva a Giacomo Guarini, mentre Marilisa Lorusso si è occupata di Caucaso e Fabrizio Vielmini di Asia Centrale. Il giornalista e saggista Stefano Grazioli ha invece offerto il suo punto di vista sul ritorno di Putin alla presidenza.

Il numero non si dimentica, com’è giusto che sia, dei paesi vicini alla Russia, e fino a pochi decenni fa ad essa legati anche istituzionalmente. Il geopolitico ucraino Vladimir A. Dergačëv tratta proprio della separazione tra la Russia e l’Ucraina. Ampio spazio è dedicato anche al Kazakistan: Luca Bionda e Konstantin Zavinovskij hanno realizzato un’intervista esclusiva all’ambasciatore in Italia Almaz N. Khamzayev, mentre lo stesso Luca Bionda illustra le numerose opportunità d’investimento che il paese centroasiatico offre alle imprese italiane. Sempre d’investimenti, ma questa volta in Russia, parla l’articolo di Eleonora Ambrosi.

Un paio di contributi sono giunti anche dal Nordamerica: i canadesi Mahdi Darius Nazemroaya e Nailya Okda descrivono la tormentata strada verso l’integrazione post-sovietica, che oggi è finalmente giunta alla costituzione dell’Unione Eurasiatica; lo statunitense Phil Kelly si concentra invece sulla possibilità che in Asia Centrale emergano delle shatterbelts, ossia dei conflitti strategici tra grandi potenze mondiali. Di Asia Centrale, e delle strategie russe applicate nella regione, tratta pure l’articolo di Marco Ferrentino.

Una pagina della rivistaEliseo Bertolasi descrive l’impatto che le politiche neoliberiste degli anni ’90 ebbero sulla società russa; una delle conseguenze è stato anche il calo demografico, di cui si occupa invece l’editorialista di RIA Novosti Alexandre Latsa. Sempre negli anni ’90 si sono gettate le fondamenta del rapporto tra Russia e Cina, oggi evoluto fin quasi ad un’alleanza strategica per la promozione di un ordine multipolare: questo è il tema del contributo di Konstantin Zavinovskij. Tradizionale partner della Russia è invece l’altro grande gigante asiatico, l’India: quant’è cambiato questo rapporto dopo la fine dell’URSS, e quanto sia importante per la politica estera di Mosca, lo spiega Francesco Brunello Zanitti.
Uno dei temi caldi di questi mesi è la crisi siriana. In essa Mosca si è esposta in prima persona, fin anche col veto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, per difendere il paese levantino da un possibile intervento straniero per rovesciarne il governo. Quali sono i contenuti di questo rapporto russo-siriano, e come s’inscrivono nel contesto del passaggio dal bipolarismo al multipolarismo (passando per l’unipolarismo), è il tema dell’articolo di Giovanni Andriolo.

La Russia è stata, per ovvi motivi, al centro delle speculazioni di molti pensatori strategici statunitensi: tra essi Zbigniew Brzezinski e Samuel Huntington. Alfredo Musto e Alessio Stilo verificano e discutono come il paese eurasiatico sia stato trattato nelle loro elaborazioni teoriche.

A completare il numero sono i tre contributi esterni al Focus. Due di essi sono comunque firmati da autori russi. Michail A. Konarovskij, vice-segretario dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (OCS), ha voluto condividere con Geopolitica le sue opinioni riguardo alla situazione in Afghanistan. Pavel Provincev, direttore della Fondazione Russa per lo Sviluppo dell’Alta Tecnologia, sostiene nel suo articolo che sia necessario cambiare paradigma di pensiero dopo la crisi finanziaria, abbandonando quello liberista e consumista ed adottandone uno che, con una perfetta fusione di scienza e cultura, ponga al centro le tradizioni dei popoli. Infine Marcelo Gullo, professore presso la Escuela Superiore de Guerra di Buenos Aires, si concentra sui massimi sistemi internazionali esponendo come gli USA siano di fronte ad una crisi strutturale, che reca con sé la fine dell’ideologia neoliberale e del finanziarismo ed apre la via ad un nuovo ordine policentrico.

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