Magazine Astronomia

Vent’anni di scoperte di nuovi mondi

Creato il 10 ottobre 2015 da Sabrinamasiero
Una rappresentazione artistica del pianeta extrasolare 51 Pegasi b. Crediti: CelestiaUna rappresentazione artistica del pianeta extrasolare 51 Pegasi b. Crediti: Celestia

Al 5 ottobre 2015, vent’anni dopo l’annuncio della scoperta del primo pianeta extrasolare attorno ad una stella simile al Sole, il  numero di pianeti scoperti e confermati arriva a 1969, secondo i dati dell’Exoplanet.eu, l’enciclopedia dei pianeti extrasolari.

Furono Michel Mayor e Didler Queloz dell’Osservatorio di Ginevra, Svizzera a pubblicare su Natura per primi la notizia. Poco dopo arrivò la conferma di un altro gruppo di ricercatori. Pegasi 51 b divenne così il primo pianeta extrasolare nella storia dell’astrofisica. Oggi, grazie all’iniziativa IAU-International Astronomical Union, è possibile dare un nome a questo sistema, ossia alla stella e al pianeta. Puoi votare qui.

«Una delle cose che abbiamo imparato in questi vent’anni di raccolta dati, è che la relazione tra la massa e il raggio di un pianeta non è univoca, come invece accade nel Sistema Solare», racconta a Media INAF Isabella Pagano dell’Osservatorio Astrofisico di Catania dell’INAF, che è coordinatrice INAF delle missioni CHEOPS e PLATO. «Questo significa che laddove troviamo un pianeta piccolo, non possiamo dire con certezza che sia roccioso. E stiamo constatando che è problematico anche il caso opposto: pianeti grandi che non è detto che siano gassosi».

E continua: «Mi aspetto che tra una quindicina d’anni avremo compilato un catalogo abbastanza completo, quasi un Atlante, di pianeti attorno alle stelle più vicine, soprattutto quelle simili al Sole», risponde Pagano. «Poi mi aspetto che avremo compreso qual è la composizione interna di questi pianeti, qual è la relazione che c’è tra la struttura e la dimensioni. In questo Atlante ci saranno anche delle indicazioni su dove ci aspettiamo che ci siano delle atmosfere osservabili, e questo sarà il punto di partenza per il passo successivo, andare proprio a guardare queste atmosfere, misurarne la composizione, rivelare la presenza di eventuali biomarker, come la clorofilla. Mi aspetto dunque che tra vent’anni avremo già un buon inventario di osservazioni sulle atmosfere di esopianeti».

Fonte Media INAF – Vent’anni di pianeti extrasolari.

Altre informazioni sui pianeti extrasolari: sito web dell’INAF- Uno, nessuno, centomila sistemi solari


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog