E’inutile provare a negarlo…la differenza io l’ho percepita immediatamente…giusto il tempo dipassare la frontiera tra croazia e bosnia. Appena entrato mi hanno dato un strappo due simpatici camperisti tedeschi che stavano gironzolando i balcani con il loro lento ma affidabile camper.
Ma e’ a bihac che ho percepito questa accoglienza, quando, entrato in un bar per jedna kafa sono diventato l’attrazione di tutti gli avventori. E’ andata come probabilmente doveva andare: chiacchere in libera uscita con qualche parola in bosanski, un accenno in inglese e invocazioni all’italia!!! Talmente contenti di questo ufo che aveva visitato il bar che manco mi hanno fatto pagare!!!
Nonostante uno stomaco abbastanza sottosopra per il gran caldo, il caffe’ (che ci vuole coraggio a chiamarlo tale) ho passeggiato per le rive dell’Una, il fiume di Bihać, placido e insieme regale. Dopo tutto Bihać pur non fornitissima di edifici storici da’ il suo meglio nei parchi in citta’e in quell’atmosfera bucolica che si intravede ai lati della statale che porta a Sarajevo.