Concedetemi un’ultima parola sulla bosnia, anzi due: incroci e possibile.
Ho ascoltato, da persone diverse e in momenti diversi, una nostalgia non per il governo di Tito, quanto per un sistema che inglobava le differenze ripudiando le pulsioni nazional-religiose. Questa malinconia fa il pari con il lavarsi la coscienza delle responsabilita’ interne scaricando tutto sull’amministrazione Clinton e sull’Europa ( che pure ne hanno avute tante).
Riflettendo su quelle parole mi accorgo che non e’ nostalgia di un sistema comunista mitizzato ma della sua capacita’ pratica di tenere insieme tutte le turbolenze balcaniche. Ecco che polveriera, riferita ai balcani, e’ solo nella testa di quei politici( serbi, croati e bosnjak) che la usano come strumento di potere e di consorteria.
Il voler mantenere, nonostante abbiano subito ferite d’ogni genere, l’idea che la Bosnia e l’essere bosniaci siano uno Stato laicamente ancorato alla certezza che ci sia uno spazio comune per diverse confessioni, e’ il miglior insegnamento.
Non perche’ sia facile ma perche’ e’ possibile!!!