La mia carta di credito non mi rivolge più la parola.
Sono uscita dopo oltre due mesi per fare qualcosa di più divertente del lavoro e della spesa alimentare. E così mi sono lasciata prendere la mano. Complice anche l'aria primaverile (più come risveglio dell'ormone sopito che come clima), mi è sembrato giusto rinnovare un po' il guardaroba. E, soprattutto, dedicare un po' di tempo a coccolarmi.
Sono entrata nel solito costosissimo negozio della città dove le commesse riescono a vestirti in tempi da pit stop della Ferrari. Volevo solo un paio di maglie. Che poi sono diventate quattro. Più una gonna elgante. Che non si sa mai. Ah, già, perché non prendere anche quel tailleur di mezza stagione? Di questi tempi non so mai come vestirmi e al lavoro non posso mica sfigurare.
All'arrivo degli accessori sono tornata in me e sono riuscita a dire no. Ma il danno, per tutto il resto, era già fatto!
Non contenta, mi sono diretta al negozio di intimo. Uscendone con altri tre pacchetti. E poi mi era finito il fondotinta. Che però mica poteva venir fuori dal negozio da solo. Tra l'altro, visto l'avanzare dell'età, ho cambiato marca e ho speso uno sproposito. Roba che, come minimo, dovrebbe trasformarmi in Angelina Jolie per giustificarne il costo.
Insomma, è stato un weekend di fuoco. All'insegna della spesa folle per me e per il mio lato più frivolo e civettuolo.
Ma stavolta non riesco a sentirmi davvero in colpa, come mi accade ogni volta che esagero. Sarà che in questi mesi ho speso molto in cure mediche, analisi e visite specialistiche. Ma ho pensato che questo sarebbe stato un impiego sicuramente più proficuo per guarire non tanto il mio ginocchio. Ma la mia femminilità un po' abbattuta. E provata dai mesi di clausura.
E allora chissenefrega (sì, scritto proprio così).
Il mio ginocchio non ne vuol sapere di guarire. Ma il mio spirito, almeno quello, è pronto per la primavera. E per la voglia di nuovo che sempre l'accompagna.Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city.
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