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Venti miliardi di manovra. Ma dov’è questa crisi…paraparapappaparappà.

Creato il 26 maggio 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Venti miliardi di manovra. Ma dov’è questa crisi…paraparapappaparappà.La crisi? C’è. Non c’è. C’è stata. Superata. No. È tornata. Si è aggravata. Ottimismo ci vuole. Catastrofisti! Comunisti vil razza dannata! Sinistra pessimista. La colpa? Del governo Prodi (6, diconsi sei mesi di vita). Quanti guasti questo centrosinistra! Musoni. Le mani in tasca agli italiani? Mai. Blocco degli stipendi per tre anni. Tagli agli Enti Locali che taglieranno i servizi. Tagli ai ministeri. Salute. Scuola. Cultura. Sicurezza (ci sono i bodyguard a che servono i poliziotti?). La guerra in Afghanistan. Il G8 della Maddalena e dell’Aquila. Il Louis Vuitton Trophy. I voli di Stato per amici e concubine. I rimborsi di guerra a Gheddafi. Il ponte sullo Stretto. Finanziaria? Non è una Finanziaria. È un gioco di società a cui tutti devono partecipare. Anche gli operai. Anche i cassaintegrati. Anche i senza lavoro. I co.co.co. e i 1000 euro al mese. A morte i falsi invalidi. Lunga vita ai disabili con yacht, loro si che sono ottimisti. Bene gli incentivi per il cambio dei motori dei fuoribordo. Bene il digitale terrestre e i tutor autostradali con apparecchi griffati Paolo Berlusconi. Bene la Protezione Civile anche se non più Spa. Bene i grandi eventi pagati dallo stato anche al Papa. Bene il taglio degli stipendi agli indagati, corrotti, concussi, fiancheggiatori, servi, maggiordomi e giullari anche se solo di un misero 10 per cento perché sono stati cattivi (il carbone sarebbe costato di più). Via le provincie con meno di 220 mila abitanti, sono quasi tutte rosse, non servono. Ancora un condono edilizio. Ancora un’ancora di salvezza per costruzioni non mappate. Con quattro soldi ci si ritrova una villa da urbanizzare (a spese dello stato, ovviamente). A tutto questo Berlusconi ha detto sì. Vergognandosi per la prima volta in vita sua, ha lasciato al vice Gianni Letta il compito di illustrare 24 miliardi di euro di lacrime. Lui è ottimista. Lui non taglia: semina, pianta, e progetta giardini e, soprattutto, dall’alto del suo reddito, è ottimista. Il suo cielo è sempre più blu. Però una lite con Tremonti l’ha avuta. Quando il ministro ha tirato fuori la “tracciabilità” delle operazioni finanziarie fino a 5000 euro (portati poi a 7000), Berlusconi ha perso la tramontana. Lui, abituato a pagare tutto e tutti in contanti, non vuole farsi venire il crampo dello scrittore che la firma di dieci o venti o trenta assegni comporta. Dei suoi, e dei pagamenti dei suoi amici, non vuole che resti traccia. Pensiamoci, chi può permettersi di pagare oggi in contanti anche cifre a sei zeri se non chi dispone di una grande liquidità? E chi, in Italia, può disporre oggi di una grande liquidità? Non vogliamo rispondere. Evitiamo incontri ravvicinati con Ghedini che ci sta pure antipatico. Scudo fiscale al 5 per cento (in America è il 20 e poi si tassa), chi parlava di un regalo alle mafie, e ai riciclatori di denaro sporco di professione, è stato minacciato di rogo. Milioni di euro spesi per un vaccino che nessuno ha fatto non volendo rischiare la pelle. Milioni di euro spesi per le case antisismiche e i ponteggi dell’Aquila e per gli hotel a cinque stelle della Maddalena. Altri milioni di euro spesi per piscine più lunghe di un metro (e quindi non omologabili) per gli allenamenti dei mondiali di nuoto. Miliardi di euro spesi per la sanità privata dei cento Don Verzè e Angelucci sparsi in Italia, centouno se aggiungiamo Giampi Tarantini. E meno male che il lettone di Palazzo Chigi glielo ha regalato Vlady Putin. Italiani, ma dov’è questa crisi? Paraparapappaparappà.

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