2010: Venti sigarette di Aureliano Amadei
Molte aspettative per un film che andava fatto.
Per rendere il dovuto omaggio a delle vittime che corrono il rischio dell’oblio (il nostro è un Paese di scarsa memoria). Ma anche per invitare alla riflessione e alla discussione su una «discutibile missione di pace», sulla «esportabilità» della democrazia, sul come e perché ancora oggi si ricorra alle armi per risolvere i problemi, sul «gioco» delle superpotenze nello scenario mondiale, sul perdurare di interessi mascherati da nobili ideali… Tanto il materiale da sfruttare ma nulla di tutto ciò appare in Venti sigarette, film di cui non si comprende bene il significato e l’utilità. Non è un affresco di quanto accade in Oriente, non è un’analisi dei traumi causati dalle guerre, non è una denuncia politica… Dovrebbe sconvolgere e indignare, quanto meno commuovere, coinvolgere, emozionare. Nulla. Tutto appare poco credibile, superficiale, massimamente prudente a toccare certi temi. Il protagonista Vinicio Marchioni non aiuta: poco plausibile all’inizio (fa troppo il ragazzino), non convincente alla fine (urla eccessivamente).
Qualche buona scena non manca (l’incontro tra il protagonista e la moglie del generale è abbastanza toccante, il discorso alla presentazione del libro è abbastanza incisivo…) ma troppo poco in un’opera che manca di mordente e che colpevolmente indugia in digressioni superflue e discordanti.
Difettosa la sceneggiatura che non lascia alcuno spazio alle vittime del massacro: tranne il personaggio di Max (a cui si concede qualche battuta e qualche inquadratura), nulla sappiamo di loro, si intravedono anonimamente e non lasciano traccia nella nostra memoria. Niente pathos, niente empatia. Degli sconosciuti appena intravisti muoiono: cinematograficamente troppo poco per destare la nostra attenzione e il nostro interesse. Sceneggiatura che, ribadisco, evita accuratamente (tranne qualche lieve traccia… molto ma molto lieve) di affrontare argomenti scomodi forieri di possibili (ma auspicabili) polemiche e controversie. Un’occasione sprecata di analizzare e cercare di comprendere quanto stia accadendo in una zona che continua a produrre vittime di ogni genere, senza che ancora si riesca a vedere una soluzione o una possibile via di uscita.
Filed under: cinema-recensioni Tagged: aureliano amadei, carolina crescentini, cinema, drammatico, festival di venezia, giorgio colangeli, locandina, nassiriya, recensione, recensioni, stagione 2010-2011, venti sigarette, video, vinicio marchioni