Stasera in treno ho pensato che sarebbe il momento ideale per un bilancio, le classiche somme e sottrazioni della vita che giorno dopo giorno cambia e si evolve. Ma il mio cervello multitasking ha retto appena 1 minuto e mezzo. Forse perché i pensieri sarebbero tanti e complessi.
Per fare un primo esempio, potrebbe essere l'ultimo compleanno che trascorro da domiciliata a Isola del Cantone (ebbene sì, mancano 36 giorni al compimento del mio essere libera di). E' un compleanno che si accompagna alla ripresa della scrittura, e ho infatti deciso di regalare al mio lato bonsai, sempre che mi accettino la domanda, una tre giorni di corso di scrittura. Un compleanno che passerò con la mia famiglia, ma che vivo con il pensiero costante alla famiglia che sto costruendo, fatta delle persone che giorno dopo giorno rendono la mia vita un meraviglioso sorriso. Un compleanno che festeggerò con pranzo a casa, cena top secret e day after di spiaggia e fornelli (vuoi vedere che sono una food blogger e non lo sapevo? Ormai vedere in tv Chiara Maci tutte le settimane mi sta contagiando...). Un compleanno che come ogni mio giorno è tra l'incognita, la paura, la passione e la curiosità, quattro fette di me cadenzate dai tempi stretti dei post.
Forse è proprio per via di queste quattro fette che fare un bilancio non ha senso. Ho passato quasi tutta l'adolescenza a fare bilanci della mia personalità contorta, ed ero così presa dai miei pensieri che mi sono dimenticata di vivere. Mica voglio ricadere negli stessi errori.