Ventimila leghe sotto i mari (Jules Verne)
Anonima Andrea Cabassi
Nel corso del 2014 ho letto soprattutto fantascienza e grandi classici… così ho pensato di chiudere l’anno leggendo… un grande classico della fantascienza: Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne (o Giulio Verne, come sentivo dire da bambino).Da sempre affascinato dalla figura del Capitano Nemo e del suo Nautilus, ho assistito nel corso degli anni a un mare di trasposizioni più o meno fedeli di questo romanzo, senza però mai aver letto l’originale, e così mi sono sentito in dovere di rimediare a questa mancanza.
Come a volte accade, però, le aspettative erano talmente alte che alla fine del libro ho sentito un po’ d’amaro in bocca. Il romanzo mi è piaciuto molto ma probabilmente mi aspettavo qualcosa di diverso.
Ulteriore nota negativa: durante la lettura di Ventimila leghe sotto i mari il mio Kindle s’è preso uno svarione (per fortuna tutto risolto da un riavvio del sistema) e ha smesso di memorizzare le mie sottolineature, che purtroppo questa volta sono costretto a mostrarvi in versione tronca:
Metà citazioni da Ventimila leghe sotto i mari
Pos. 198-99Era un uomo di trent’anni e la sua età stava a quella del suo padrone nella proporzione di tre a quattro.
Pos. 233-34
- Qui staremo benissimo dissi soddisfatto a Conseil. – Bene quanto un paguro bernardo nel guscio di una conchiglia – fu la risposta di Conseil.
Pos. 252-54
Nessun dubbio lo sfiorava per ciò che riguardava l’esistenza del cetaceo e non permetteva che a bordo si discutesse sull’argomento. Ne era convinto così come certe contadine credono nell’esistenza delle streghe, per fede, cioè, non per ragionamento.
Pos. 264-65
Tutti scrutavano il mare con attenzione scrupolosa, tanto più che il comandante Farragut aveva accennato a un paio di migliaia di dollari riservati a chiunque, ufficiale, marinaio o mozzo, avesse avvistato l’animale.
Pos. 277-79
Il comandante Farragut aveva avuto buon fiuto nell’ingaggiarlo nel proprio equipaggio: per la sua mira e la sua forza valeva da solo il resto della ciurma. Non saprei descriverlo meglio che paragonandolo a un incrocio fra un telescopio e un cannone costantemente carico.
Pos. 279
Chi dice canadese dice francese.
Pos. 302-3
- Che il profano possa attribuire poteri straordinari alle comete si può capire, ma non è ammissibile che vi credano l’astronomo e il geologo. Ciò vale anche per i balenieri.
Pos. 312-13
Per forza di cose bisogna rigettare nel mondo delle leggende le prodezze delle piovre o di altri mostri di questo genere.
Pos. 348-51
Al largo delle isole Malvine, incrociammo alcuni balenieri americani che ci comunicarono di non avere nessuna notizia sul narvalo. Ma uno di loro, il comandante della “Monroe”, avendo saputo che Ned Land era imbarcato sull'”Abraham Lincoln”, richiese il suo aiuto per cacciare una balena appena avvistata.
Pos. 364-65
Per tre mesi – tre mesi in cui ogni giorno durava un secolo l'”Abraham Lincoln” perlustrò tutti i mari settentrionali del Pacifico
Pos. 390-91
Enormi pezzi di lardo furono lanciati in mare con vivissima soddisfazione dei pescecani.
Pos. 439-40
Verso mezzanotte, però, scomparve o, più precisamente, si spense come un’enorme lampada. Fuggito? Era il nostro timore, non la speranza.
Pos. 648-49
- Corpo di mille diavoli! – gridava. – Questa gente in fatto di ospitalità può andare a scuola dai cannibali.
Ventimila leghe sotto i mari: giudizio finale
Molto gradevoli le citazioni a Moby Dick (il personaggio di Ned Land, il premio a chi per primo avvistasse il mostro, l’incontro con i balenieri ecc.), le spiegazioni (poco fanta e molto) scientifiche delle attrezzature del Nautilus, le descrizioni dei luoghi fantastici visitati (esclusa Atlantide che secondo me è stata buttata nel romanzo senza l’approfondimento necessario) e in generale le riflessioni del protagonista, il Professor Pierre Aronnax.
Fantascienza datata 1870, se non fosse che tutto quello che Verne ha descritto è stato realizzato per davvero e oggi è addirittura superato (l’energia elettrica che muove il Nautilus è considerata assolutamente all’avanguardia) direi che non soffre dei suoi anni. In verità il bello è proprio vestire i panni dei coevi di Verne che negli ultimi anni del XIX secolo sognavano di viaggi in luoghi inesplorati con macchine al limite del magico.
Nella mia solita classificazione rigidamente senza termini di paragone o logica, Ventimila leghe sotto i mari si merita la bellezza di quattro piovre giganti in miniatura.
Ventimila leghe sotto i mari (Jules Verne)
Anonima Andrea Cabassi