Magazine Opinioni
"La Francia è sotto l'occupazione tedesca. Gli ebrei vengono prima costretti a portare la stella gialla, poi vengono allontanati da ogni luogo pubblico, dal loro impiego, dalle scuole. Nel quartiere di Montmartre vivono molte famiglie ebree tra cui quella di Joseph, 10 anni. Nella notte tra il 15 e il 16 Luglio, oltre 13.000 ebrei furono arrestati a Parigi. Vennero divisi in 2 categorie: le famiglie con figli e le persone nubili. Le prime, radunate nello stadio del velodromo d’inverno, il Vel d’Hiv di Parigi. I secondi smistati nel campo di Drancy, alla periferia della capitale francese, in attesa di essere deportati ad Auschwitz. Ma un mattino i bambini vengono separati dai genitori..."
Dei tredicimila ebrei prelevati quella mattina di luglio sopravvissero solo in 25, e nessuno dei 4.051 bambini finiti sui treni. (...)"
Il film inizia con immagini di repertorio che mostrano un Hitler aggirarsi per Parigi - quasi a dire che prende possesso di una conquista- mentre i suoi ufficiali e i collaborazionisti francesi mettono a punto il piano 'deportazione ebrei'.
Che dire...... oltre all'orrore che suscitano questi 'documentari' , è l'incredulità che mi assale in queste circostanze, a volte mi chiedo se non abbia ragione Ahmadinejad a dire che l'olocausto non è mai esistito, o non abbia visto giusto Melville quando scrisse che l'umanità " è un'accozzaglia di duplicati superflui sia contemporanei che ereditari", mentre l'uomo singolo può apparire "un prodigio".
Tragico è che dopo il disvelarsi della shoah, attraverso immagini e narrazioni inaudite, alcuni individui non sentano il peso della vergogna e, anzi, siano inclini a soluzioni del genere per salvaguardare i propri interessi, siano pronti ad unirsi in un'orda di 'duplicati', di replicanti immondi, a ricadere nel baratro.....
"del disconoscimento della solidarietà umana, l’indifferenza ottusa o cinica per il dolore altrui, l’abdicazione dell’intelletto e del senso morale davanti al principio d’autorità, e principalmente, alla radice di tutto, una marea di viltà, una viltà abissale, in maschera di virtù guerriera, di amor patrio e di fedeltà a un’idea”.
Primo Levi da “L’asimmetria e la vita”
LA RETATA
( Vento di primavera)
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