Venuto al mondo

Creato il 12 luglio 2014 da Carmen Recupito

Venuto al mondo è l’ultimo libro che ho letto. L’ho finito ieri e sono già pronta a condividere con voi le mie impressioni. Non è una novità, è un libro uscito nel 2008 ma io ho avuto l’impulso di leggerlo solo qualche settimana fa. Come sempre vi dico che non vi racconto la trama per filo e per segno, se volete scoprire di cosa parla sul sito LaFeltrinelli troverete il racconto.

Per me questo è un libro sulla maternità, sull’attesa, sulla nascita di una vita che dipende completamente dagli adulti che l’hanno messa al mondo. Ambientato in una Sarajevo fantasma, città vittima di una guerra ingiusta e difficile la Mazzantini ( premio Strega per Non ti muovere) riesce a raccontare con cruda realtà la vita che quella città solare e folkloristica è costretta a condurre. Non mancano scene forti che, da mamma, non sono riuscita a leggere con distacco. Spesso durante le mie serate dedicate alla lettura gli occhi mi sono riempiti di lacrime nell’immaginare ciò che leggevo.

Non è solo una storia di guerra è soprattutto una storia d’amore quella che lega Gemma a Diego, una storia fatta di passione e abbandono completo all’altro, una storia costruita sulla necessità che si ha dell’altro. Da un lato l’amore di Diego per Gemma puro e sano come può essere solo l’amore di un uomo che non è contaminato dalle brutture della vita, che vive il mondo come un’enorme e positiva possibilità, dall’altro l’amore di Gemma per Diego intenso e ardente ma spigoloso e combattuto come lei che senza lui non vive, di cui non è mai sazia ma che accanto a lui si spegne. 

Gemma e Diego vivono l’Italia del benessere e la Bosnia del degrado ed uno ognuno preferisce un mondo. Uno non riesce a staccarsi da Sarajevo, dalla sua sofferenza, cercando in ogni modo di contribuire a salvare le persone da una guerra che non hanno cercato. L’altro segue il suo amore in questa folle quanto paurosa e dolorosa imprese ma cerca in tutti i modi di tornare a quel perbenismo ovattato e sicuro della propria casa italiana. Chi dei due però è sarajevita e chi dei due è romano. Non posso dirvelo e spero di avervi incuriosito a leggere questa storia che racconta un’amore senza tempo, fatto di odori e carezze, di passione e appartenenza, fatto di “un’attesa di vita” lunga anni e arrivata così d’improvviso da non essere quasi pronti. Stringe tra le braccia un bambino Gemma, un bambino arrivato in mezzo alla guerra. Il seme di un fiore cresciuto sull’asfalto e sul cemento.

Voi lo avete letto?



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