Un inchino alla Divina Margaret Mazzantini. Ha quel non so ché di unico, una scrittura viscerale. Profonda e incisiva in ogni sua frase, non lascia indifferente nessun lettore.
Ogni suo libro è uno scavo a cielo aperto nella testa di ognuno di noi.
Un pò come capita a Gemma, protagonista di questo meraviglioso romanzo. La sua vita, i suoi sentimenti, sono messi a nudo alla mercea di tutti. Chiunque può giudicarla, appoggiarla, odiarla. È proprio questo che rende speciale la Mazzantini; mette a nudo ogni suo personaggio senza paure. Ogni lettore può cosi identificarsi in loro. Un dono di pochi scrittori contemporanei.
Ma torniamo alla nostra storia: Pietro e la madre Gemma sono diretti a Sarajevo, la città che ha dato tanto e tolto ancora di più alla giovane donna. Pietro è figlio della guerra, nato tra i bombardamenti e le urla della gente. Nato dalla voglia di completare una vita alla quale manca qualcosa per essere perfetta.
Il desiderio di una donna alla quale la vita ha negato la gioia di sentire crescere dentro di lei la vita.
Ma Gemma non si scoraggia: é disposta a tutto pur di diventare madre e così decide di affittare un utero ma il bambino che nascerà, dovrà portare almeno i geni del padre. Cosi scattano una serie di incontri amorosi da Diego, giovane marito della protagonista, aspirante fotografo professionista e Aska, giovane ragazza appassionata di musica che fa tutto con l’incoscienza di una 20enne che vuole solo scappare dalla guerra.
Ma nel percorso di Gemma, nulla è come era stato fin’ora. Tutto cambia e lei non può che esserne spettatrice.
Cosa resterà della sua vita? E Diego?
Quali colpe, quali segreti sarà costretta a portare con sé?
Un libro meraviglioso, una lettura che apre la mente e che diventa spunto per una discussione: fino a che punto una donna é disposta ad arrivare per coronare il sul desiderio di maternità?
Benedetta Artusi