Magazine Spiritualità
Ritorniamo al discorso sulla vera gioia. Vi sono emozioni negative e positive. La gioia, ovviamente, fa parte di quelle positive. La parola “positiva” significa costruttiva. Ma come facciamo a catalogare le emozioni in positive e negative? Non è tanto ciò che produce piacere in noi, anche se ovviamente anche la virtù, sebbene la pratica di essa ci faccia sudare, ci dona gioia. Positivo è tutto ciò che contribuisce a costruire qualcosa di noi stessi: la persona integra. In questo si radica la gioia cristiana. Le emozioni infatti, spesso e volentieri sono passeggere. Uno stesso evento, vissuto in tempi diversi, ci procura una reazione differente, non per questo cambia lo scopo e la natura di questo. La sostanza dell'evento è quella, siamo noi che lo accogliamo in modo diverso. Sappiamo bene che noi umani abbiamo bisogno di stabilità. Non dobbiamo lasciarci portare via dal vento delle nostre emozioni come se fossimo delle dune di sabbia. Abbiamo bisogno di una roccia stabile e, nella nostra vita, è solamente Dio. Non può essere altro. Tutto il resto è soggetto al mutamento, al divenire, alla corruzione. Solamente Dio è immune a questo processo di cambiamento. Dio è immutabile in quanto è eterno. Diventare stabili, perciò, significa fare tutto ciò che ci conduce a Dio, anche se ci costa. La pratica della virtù non è così semplice: essa talvolta ci chiede di negare qualcosa a cui teniamo. Perché lo dobbiamo fare? Semplicemente perché questo ci aiuta a costruire la nostra persona, interiore e fisica. Il bambino non deve toccare il fuoco, anche se questo è bello da vedersi... Però fa male...Con questo torniamo alle origini del mondo, quando Dio creò l'uomo e la donna. Tante volte ho analizzato il momento in cui l'uomo cadde nel peccato per la prima volta. Il peccato si era presentato come una cosa buona e bella... Perciò l'uomo e la donna caddero nel peccato. È la nostra storia. Il peccato non si presenta mai come qualcosa di brutto. Si camuffa in qualcosa di bellissimo, adorabile e allettante. È qualcosa che sembra soddisfarci pienamente. In realtà non è così. Il gesto della donna e dell'uomo è preceduto dalla tentazione, cioè dal dubbio insinuato dal serpente nei confronti di Dio. Il peccato si nasconde spesso in una cosa buona e giusta... ma non è. Ci vuole molta capacità di discernimento e tanta prudenza. A questo si arriva solamente con la preghiera, non con altro, altrimenti potrebbe essere dettato da una nostra esigenza... Il frutto del peccato era bello da vedersi, buono al palato, ma produsse tanta amarezza, perché introdusse la morte nella vita dell'uomo. Già, spesso ciò che soddisfa il nostro corpo e i nostri sensi, ci conduce alla morte. Voglio ricordare inoltre, che il diavolo, spesso e volentieri, quando appariva ai santi per tentarli, si presentava come un bellissimo uomo, distinto ed elegante e proponeva quasi sempre qualcosa di buono per il corpo. “Non fare questo, fa male al tuo corpo!”... No, il cristiano deve mettere sempre l'esigenza dello spirito: tante volte infatti neghiamo a Dio delle cose che non fanno per niente male al nostro corpo!